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A Bonelle nasce la Casa di Agrabah per giovani con disturbi di autismo

Vanessa Vannacci
Un momento della presentazione del progetto
Un momento della presentazione del progetto

Pistoia. L’appartamento ospiterà fino a quattro persone che potranno imparare a condurre una vita autonoma

19 settembre 2021
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PISTOIA. Nascerà entro la fine di quest’anno e si chiamerà la “Casa di Agrabah”: un appartamento voluto per guidare giovani adulti con disturbi dello spettro autistico verso percorsi di vita autonoma. Il progetto “Dopo di noi”, promosso dalla Fondazione Raggio Verde e affidato alla start up fiorentina Duit (Design for user innovation technology), sarà realizzato anche grazie a un finanziamento concesso dalla Fondazione Caript nell’ambito del bando “Socialmente 2021” e al contributo della Fondazione Giorgio Tesi Onlus.

Il progetto è stato presentato ieri mattina al Circolo di Bonelle, frazione dove si trova l’appartamento, fino a quattro giovani adulti affetti da autismo e un operatore. Presenti, il presidente della Fondazione Raggio Verde, Giancarlo Magni, Alvaro Gaggioli, presidente di Agrabah-Associazione genitori per l’autismo, Telesforo Bernardi, direttore della Fondazione Caript, Carlo Vezzosi, presidente del Comitato d’indirizzo della Fondazione Giorgio Tesi Onlus, Carlo Bonacchi e Nicola Giudice, per il Comitato di quartiere di Bonelle.

«Con questo progetto – spiega Magni – abbiamo voluto fare un salto di qualità: ci preoccupiamo da sempre dell’assistenza e della cura nel sociale e nella sanità di queste persone, ma adesso ci siamo occupati di dare loro una prospettiva di vita vera, ovvero di dare loro quello che per noi può essere scontata, un’opportunità di vivere e lavorare quasi autonomamente. L’obiettivo è quello, mettendo a disposizione questa casa, di abituarli, in primis, a vivere in autonomia: questo è il famoso “dopo di noi”. Per mettere in pratica questo progetto ci siamo affidati ad una start up di architetti fiorentini, che si chiama Duit, specializzata nell’edilizia socio-sanitaria: penserà a tutto, persino all’arredamento, anch’esso pensato in funzione di assistere questo persone. La casa potrà accogliere gruppi formati da quattro adulti, seguiti da un operatore, che potranno sperimentare relazioni di vita in comune ed eventualmente di vicinato in un contesto protetto e familiare. Si partirà usando la casa per due-tre giorni alla settimana con le persone seguite dall’associazione, poi i restanti giorni sarà messa a disposizione di qualsiasi famiglia che ne avrà bisogno. Sarebbe bello che l’appartamento fosse vissuto tutti e sette giorni della settimana. La collaborazione del Comitato di quartiere è stata importantissima, visto che la partecipazione del contesto sociale crea accoglienza ed è fondamentale nella riuscita del progetto».

Magni ha spiegato che un’altra idea, riguardante sempre la zona di Bonelle, si sta sempre più concretizzando: quella di usare la scuola elementare, a oggi inagibile, per creare al piano superiore un appartamento più grande, per cinque persone e un operatore. «Questo è ancora un progetto – specifica Magni – ma siamo fiduciosi. Con la Casa di Agrabah invece, con il primo gennaio 2022 si dovrebbe essere già attivi. Organizzeremo anche delle raccolte fondi, iniziative e campagne di sensibilizzazione per Natale, con il tema “Natale blu“: per chi non lo sapesse, blu è il colore dell’autismo». Bernardi sottolinea come il rapporto sia ormai ben consolidato con l’associazione Agrabah: «Quando abbiamo esaminato il progetto, in tutte le sue forme, nei suoi obiettivi e nel rapporto col contesto circostante, l’abbiamo subito selezionato. L’associazione Agrabah si presentò alla Fondazione circa vent’anni fa e da allora mette in scena tanti progetti di sensibilizzazione nei confronti dell’autismo. Queste persone devono avere un tetto sulla testa, è una questione importante».

Anche Vezzosi si è dichiarato entusiasta del progetto. «Il nostro rapporto con Agrabah è già in essere da molto tempo, con la Casa di Gello, dove ci siamo occupati dei frutteti e delle piante – spiega – È stata una scintilla cogliere subito l’importanza di questo progetto, e per la Tesi Group Onlus è una partecipazione di seria importanza: vogliamo dare il nostro contributo solidale». «Spero che si possa realizzare anche l’appartamento nella vecchia scuola elementare, per la quale ci eravamo già informati in precedenza per farci attività rivolte al sociale» conclude Nicola Giudice, del Comitato di quartiere.

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