Il Battistero riavrà le sue statue grazie a una stampante 3D
Le originali figure in marmo di S. Jacopo e S. Giovanni erano troppo danneggiate dal tempo ma sono state riprodotte fedelmente grazie alle nuove tecnologie
PISTOIA
Entro Natale la facciata del Battistero di San Giovanni in Corte tornerà alla sua antica conformazione artistica con il riposizionamento delle due statue di San Jacopo e San Giovanni Battista rimosse nel 1985. Non le originali figure in marmo – troppo danneggiate dai secoli – ma due copie perfettamente uguali realizzate grazie a un intervento all’avanguardia di scansione digitale delle due statue, che sono poi state stampate in 3D utilizzando uno speciale materiale plastico a cui, sempre più spesso, il mondo dell’arte e del restauro fa ricorso per ricreare opere d’arte.
Le figure in marmo di San Giovanni Battista e San Jacopo furono rimosse 33 anni fa dalle due cuspidi, situate nella parte superiore del ballatoio della facciata centrale del Battistero, durante un restauro. Negli anni, come raccontò Il Tirreno in un articolo del marzo 2011, sono state conservate prima nei magazzini della Fortezza Santa Barbara e poi nel lapidario della Cattedrale di San Zeno, dove tutt’oggi si trovano. La loro condizione, fortemente danneggiata, non ha permesso di realizzarne una copia con la tecnica classica del calco in gesso, ma la tecnologia digitale applicata all’arte è arrivata in soccorso attraverso la scansione digitale e la stampa 3D.
«Una tecnica – spiega l’architetto Valerio Tesi, responsabile della Soprintendenza alle belle arti per la provincia di Pistoia – utilizzata anche per la riproduzione delle opere del Ratto delle Sabine, nella Loggia dei Lanzi a Firenze».
Ma che, come nel caso del restauro del Fregio Robbiano sulla facciata dell’antico Spedale del Ceppo, è stata utilizzata per riprodurre copie esatte delle sette opere della Misericordia per studiarne ogni singolo dettaglio.
Il riposizionamento delle due copie sulle cuspidi della facciata centrale del Battistero sarà effettuato al termine dell’ultimo lotto di lavori di restauro che – avviato nel 2017 – riguarda tre delle otto facciate del monumento, per un totale di circa 150.000 euro arrivati dal ministero dei Beni culturali. La porzione coinvolta, in quest’ultima fase è la facciata sinistra, a ridosso dell’ingresso. Il lavoro, avviato a fine settembre e che si protrarrà per tre mesi, riguarda la ripulitura del marmo bicromo – emblema dello stile romanico pistoiese – dalla formazione naturale di licheni e muschi.
«Un intervento di consolidamento della facciata» spiega Tesi, resosi necessario per rimuovere gli effetti degli agenti climatici cui il Battistero è quotidianamente soggetto. Basti pensare che l’ultimo restauro di cui è stato protagonista il Battistero risale al 1999, in vista del Giubileo del 2000. A termine dell’intervento, quindi, la bicromia del marmo bianco di Carrara e quella del serpentino verde di Prato torneranno al loro antico splendore. Sull’impalcatura del Battistero di San Giovanni (detto in Corte dalla curtis regia longobarda, ovvero piazza della Sala, dove un tempo si affacciava) saranno impegnati sei restauratori. —
VALENTINA VETTORI