«Noi, a 40 anni ancora "giovani" e senza lavoro»

Teresa Palermo
Teresa Palermo

La precarietà al centro di un dibattito alla festa del Pd. Presente anche Gessica Beneforti

18 luglio 2011
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 MONTALE. «Ormai siamo giovani a quarant'anni». L'incertezza, quella che un tempo assediava i ventenni, s'è spostata di casa e il dramma della precarietà, oggi, governa anche chi gli "anta" li ha compiuti da un pezzo. Dal palco della festa democratica montalese però Teresa Palermo lancia un grido di coraggio: «Io non mi rassegno, noi non ci dobbiamo rassegnare. Bisogna svegliarci e cominciare a dire "non va bene"» incalza.  Lei, docente precaria ma, soprattutto, insegnante per vocazione, un anno fa, insieme ad altri colleghi, ha formato il Comitato pistoiese per la difesa della scuola pubblica, «una rete per informare» precisa. «Divulghiamo, specialmente a chi non fa parte del nostro mondo, altrimenti - continua - ce le suoneremmo e canteremmo da soli, le cose che non vanno bene». Tra le tante magagne indotte del sistema: le cosiddette classi "pollaio". «A settembre - dice la Palermo - ci ritroveremo probabilmente, anche nel pistoiese, con classi di oltre trenta ragazzi. La riforma Gelmini è stata una distruzione totale, non sono state ascoltate neppure le tante sentenze del Tar che imporrebbero un numero massimo, vista anche la condizione della nostra edilizia scolastica, non superiore a venticinque alunni per classe».  Da un precario specializzato, formato e che lotta per il ruolo, ad un altro. Federico Esposito, dipendente Answer - Call & Call oggi -, è salito sul palco di Montale per raccontare la sua odissea dietro alle scrivanie del call center pistoiese. «Lavorare in questo tipo di aziende non è il massimo per uscire dal precariato. Io inizialmente sono stato assunto con un contratto a progetto per sei mesi, una formula che non ti permette di fare niente. Un giovane non è in grado di iniziare una vita in questo modo. Quando sono stato assunto a tempo indeterminato, invece, hanno smesso di pagare. E' stata una situazione disastrosa. Se pensiamo poi che oltre ai ragazzi poco più che ventenni sono state coinvolte soprattutto le famiglie, donne con figli che, da un giorno all'altro, si son trovate senza punti fermi, tutto diventa ancora più drammatico». Durante il dibattito, infine, Carlo Cortesi (responsabile istruzione Pd Pistoia) e Gessica Beneforti (segretaria provinciale Cgil) hanno rafforzato la proposta condivisa: «Semplificare il grande "supermercato" della precarietà e rendere più costosa un'ora di lavoro flessibile rispetto a una di indeterminato». B.F.
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