Pisa, Coelho a Yoshimoto indicano le vie per coronare il percorso (cosa insegna il ko con il Modena)
Normale sbandare ora che il traguardo è più vicino: fondamentale gestire le emozioni
Non basta, oggi, il solco tracciato da un grande scrittore per parlare del Pisa e della situazione in cui danza dopo lo scivolone di sabato scorso col Modena.
No, ne servono almeno due. Il primo è Paolo Coelho, gigante della letteratura brasiliana che non a caso ha definito il calcio l’arte suprema che unisce le persone, che tra le tante cose ha insegnato che c’è solo una cosa renda impossibile la realizzazione di un sogno ed è la paura di fallire; la seconda è la scrittrice giapponese Banana Yoshimoto che probabilmente col pallone ha meno dimestichezza del collega, ma che ricorda come esitano persone capaci di ricominciare infinite volte senza paura di sbagliare. Ecco, alla fine sta tutto (o quasi) qui. I nerazzurri non devono aver paura di fallire perché ora c’è da ripartire, e magari farlo già dalla prossima tappa di Reggio Emilia, perché il grande traguardo, l’apoteosi, è sempre lì.
Allungando una mano sembra quasi di poterla già toccare, afferrare. E questo, probabilmente, è il motivo per cui l’ultima uscita non è andata come nerazzurri e popolo nerazzurro speravano e volevano. La truppa di Pippo Inzaghi, sgombriamo subito il campo da eventuale equivoci, non ha sbagliato la partita, o almeno non completamente. Certo non ha indossato l’abito buono, non ha mostrato la miglior versione di se stessa, ma al netto dei meriti del Modena (che non ha rubato niente) avrebbe certamente meritato quel pari che nel finale ha sfiorato a ripetizione. Le figuracce, insomma, sono un’altra cosa. La sensazione che ha lasciato la partita, semmai, è che proprio la gestione delle emozioni abbia giocato un brutto tiro. In avvio, infatti, Caracciolo e soci hanno preso possesso del match ma, forse anche giustamente, senza alzare troppo i ritmi. Una volta incassato il gol di Santoro, invece, sono diventati quasi subito frenetici, nonostante tempo e spazio per recuperare non mancassero.
È mancata la sana via di mezzo, insomma. Ed è una lezione da imparare a tener ben presente per il futuro. Perché il vantaggio sullo Spezia resta consistente (alzi la mano chi a inizio stagione non avrebbe firmato, magari anche col sangue, per essere a +5 a 6 turni dalla fine e con 18 punti ancora in palio) ma le insidie non sono finite, per niente, e già in casa della Reggiana ci sarà da battersi e sbattersi al massimo. Nessun allarme, però. Perché questo fantastico gruppo spingo al massimo ormai da 9 mesi ed è la cosa più naturale del mondo farsi prendere da qualche pensiero di troppo proprio ora che lo striscione d’arrivo si è avvicinato, ha preso forma, consistenza.
Al Pisa, però, non serve una formula magica o un rito propiziatorio. Deve solo continuare a essere se stesso...
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