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«Dai bimbo, tocca a te fa’ gol»: il Torregrossa-bis nasce così

David Biuzzi
«Dai bimbo, tocca a te fa’ gol»: il Torregrossa-bis nasce così

Il legame tra l’attaccante e l’ambiente è stato decisivo nella trattativa. A svelarlo lo stesso bomber in un saluto diventato promessa (mantenuta)

24 luglio 2022
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PISA. Nel corso della sua vita Osvaldo Soriano è stato tante cose. Scrittore, giornalista e grande appassionato di calcio. Che l’argentino ha raccontato in tanti modi e sotto tante luci, La sintesi estrema, forse, in una frase: il calcio ha le sue ragioni misteriose che la ragione non conosce. Una verità scritta nella pietra sicuramente per i tifosi. Ma non solo. Ogni tanto, infatti, succede lo stesso per i calciatori e di sicuro è successo e sta succedendo ad Ernesto Torregrossa,

La scelta

Che nei pochi mesi consumati in nerazzurro nello scorso campionato sia nato qualcosa di particolare, di speciale, tra il 30enne attaccante di Caltanissetta e Pisa (tutta Pisa, si badi bene, e non solo il Pisa) era fin troppo evidente, ma che il legame fosse così forte da prevalere su altri aspetti (la categoria, ma anche quello economico) non affatto scontato. E, invece, i fatti dimostrano che è proprio quello che è accaduto. Già, perché da domani (sembre) il Torregrossa-bis diventerà cosa fatta a tutti gli effetti e dietro a questo (importante) traguardo non c’è solo l’insistenza con cui i direttori Giovanni Corrado e Claudio Chiellini hanno battuto la pista, ma anche (se non soprattutto) proprio la volontà del ragazzo. Torregrossa, insomma, ha scelto Pisa, mettendola al primo posto nella sua lista di preferenze e difendendo questa decisione con forza e con diversi «no».

Rifiuti importanti

Quelli pronunciati a chi, oltre ai nerazzurri, in questi mesi ha bussato alla sua porta (e a quella dei suoi agenti). Ad esempio, come risaputo e detto, al Parma (che ha provato ad inserirlo in più di una delle trattative avviate con la Sampdoria) ma non solo. Torregrossa, infatti, pur di tornare ha detto no anche alla Serie A. Perché poteva restare alla Samp cercando di convincere Giampaolo, perché almeno due delle tre neopromosse lo avrebbero voluto: Cremonese a Lecce. I salentini, in particolare, si avrebbero presentati con una ipotesi di proposta definita seria, ma senza riuscire a far breccia sul giocatore. Torregrossa voleva il Pisa e solo il Pisa. E anche l’accelerazione finale (con la trattativa sganciata da quelle relative a De Luca e Leverbe) è nata proprio su sua pressione.

Il legame

Già, ma perché? Perché rinunciare alla Serie A e ai soldi? Di sicuro il progetto Pisa, con un patron come Alexander Knaster e un tecnico come Rolando Maran, non è né può essere mai un ripiego. Ma la verità è anche in quel legame forte, fortissimo, che è nato subito tra il giocatore e Pisa e che, lui stesso, aveva raccontato un post sui social dello scorso 1 giugno che poteva essere di saluto, ma evidentemente era invece molto di più: una promessa. Ora mantenuta. «Grazie Pisa. Grazie – scriveva Torregrossa – perché mi hai fatto sentire nuovamente importante dopo un anno per me difficile. Grazie perché mi hai fatto conoscere dei compagni di squadra con qualità tecniche e umane sorprendenti. E grazie soprattutto perché mi hai dimostrato cosa vuol dire tifare incondizionatamente per la squadra della propria città, dal bambino che ti chiede emozionato una foto fuori da San Piero, al barista che si preoccupa delle condizioni fisiche, fino al nonno con la sciarpa nerazzurra che ti carica con “dai bimbo, tocca a te fa’ gol domenica”. Questa per me è la vera essenza del calcio, questo è il calcio che sognavo da bambino, tanti sacrifici per vivere queste partite, anche se si è perso.. ma dentro di me, di noi, si è vinto… perché l’emozione che si è provato è troppo più grande della delusione della sconfitta. Almeno per me...».
 

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