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Festa di laurea finisce nel terrore, irruzione armata e dieci feriti a Pisa

di Lorenzo Carducci

	Il luogo dove si teneva la festa di laurea
Il luogo dove si teneva la festa di laurea

Due uomini non invitati tornano con rinforzi armati: tra i feriti giovani medici e ingegneri

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PISA.Una festa di laurea rovinata dalla violenza, con più di dieci persone ferite refertate al pronto soccorso di Cisanello. Se nessuno ha riportato gravi conseguenze è quasi un miracolo, all’esito di un parapiglia in cui sono spuntate mazze da baseball, martelli e coltelli, estratti da chi a quella festa non era invitato.

Doveva essere un venerdì sera di allegria tra amici, per celebrare la laurea di due giovani in medicina e ingegneria. Tra i 40 e i 50 invitati sui 25 anni si sono ritrovati alla palestra Judo Champion di via Carlo Francesco Gabba, in corrispondenza del sottopasso ferroviario che sbuca al polo di Ingegneria e all’ospedale Santa Chiara, non lontano dalla stazione di Pisa San Rossore. Nemmeno il tempo di arrivare al taglio della torta, che una sorpresa tutt’altro che gradita ha innescato una spirale di tensione e paura.

I non invitati

A raccontare la vicenda è uno degli invitati, un giovane medico, reduce da una nottata passata alla caserma dei carabinieri, dove insieme ad altri si è recato per lasciare la sua deposizione. «Ci trovavamo a questa festa quando intorno a mezzanotte è arrivata una macchina da cui sono scesi due uomini albanesi sulla quarantina, che nessuno aveva invitato – premette – Così abbiamo chiesto loro di andarsene, perché era una festa privata in un posto affittato per l’occasione e loro non erano invitati. Ma all’improvviso uno dei due ha sferrato un pugno in faccia a uno dei partecipanti e da lì è partita una colluttazione».

Dopo qualche minuto gli invitati riescono a cacciare via i due aggressori e a chiamare il 112, ma non è che l’inizio. Perché di lì a poco parte quella che sembra a tutti gli effetti una spedizione punitiva.

L’agguato

«Nella concitazione i due avevano perso le chiavi della macchina dentro la palestra, fuori li abbiamo visti al cellulare che chiamavano rinforzi – continua il testimone – e dopo una decina di minuti sono arrivate due macchine con 7-8 uomini, che sono scesi con mazze da baseball, martelli e coltelli. Lì ho pensato: è finita, perché oltretutto non erano ancora arrivati i carabinieri. Fortunatamente eravamo in forte superiorità numerica e siamo riusciti a disarmarli, ma uno dei presenti ha rischiato in modo clamoroso di essere accoltellato più volte. Ho visto la scena e non so come sia potuto andare tutto relativamente liscio». Di lì a poco arrivano i carabinieri, mentre intorno all’una di notte l’ambulanza porta al pronto soccorso due invitati aggrediti: uno dal primo pugno e l’altro, uno dei due festeggiati, colpito con una mazza alla schiena e al torace. Cinque giorni di prognosi per il primo, tre per il secondo, entrambi hanno sporto denuncia. Ma a farsi medicare al pronto soccorso ci vanno anche altri cinque ragazzi. E ci va pure qualcuno degli aggressori, circostanza che non fa mancare nuovi momenti di tensione anche in ospedale.

Il motorino rubato

Chi è rimasto illeso racconta l’accaduto ai carabinieri, che nel frattempo hanno identificato le persone coinvolte (tranne alcuni assalitori, scappati in auto). Quando la serata da incubo sembra volta al termine, ecco un’altra beffa. «Dopo aver rilasciato la nostra testimonianza siamo usciti dalla caserma verso le 3, 30 – riprende l’invitato – Ho visto due soggetti che stavano scappando col mio motorino, che avevo parcheggiato davanti. Sono subito rientrato per avvertire i carabinieri, mi hanno risposto che non potevano andare a cercare il motorino». L’amarezza scorre a fiumi, aggiungendosi ai momenti di panico vissuti alla festa. «Ormai la vita a Pisa è diventata veramente pericolosa – il commento del medico – Spero solo che questa vicenda non si concluda in modo paradossale con una denuncia nei nostri confronti da parte di chi ci ha aggredito, con tutti i possibili problemi che ci possono essere per tutti noi, persone rispettabili e nella quasi totalità medici e ingegneri». 
 

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