Il Tirreno

Pisa

Il processo

Seung ancora una volta assolto per incapacità di intendere e volere

di Pietro Barghigiani
Seung ancora una volta assolto per incapacità di intendere e volere

Accuse deliranti durante un processo per omesso rispetto di avviso orale

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PISA. La sentenza di assoluzione per incapacità di intendere e volere arriva dopo le ennesime farneticazioni che un tempo diffondeva attraverso Facebook e che da anni, in coincidenza con l’arresto in carcere, vengono esternate nelle aule dei Tribunali.

Gianluca Paul Seung, 36 anni, di Torre del Lago, condannato all’ergastolo per l’omicidio nell’aprile 2023 a Pisa della psichiatra Barbara Capovani, residenza pisana, e originaria di Querceta, ieri mattina è comparso davanti al giudice di Lucca Nidia Genovese per rispondere del reato di omesso rispetto di avviso orale.

Un reato bagatellare che è servito a Seung per guadagnare l’ennesimo palcoscenico da cui lanciare i suoi anatemi complottisti. Disinteressato dei contenuti del processo in cui era imputato, Seung ha chiesto alla giudice di convocare una collega del Tribunale per farle rivelare di essere la mandante dell’omicidio di Chiara Poggi, la vittima del caso di Garlasco. Il tutto, a suo dire, per coprire un giro di pedopornografia e traffico d’organi. Genovese ha interrotto il delirio di Seung, assistito dall’avvocato Andrea Pieri, per poi chiudere l’istruttoria e ritirarsi in camera di consiglio per la sentenza. Un’assoluzione per vizio totale di mente che ha tenuto conto delle perizie effettuate in altri procedimenti che la difesa ha prodotto anche in questo processo.

Seung sarà in appello a fine ottobre per l’omicidio Capovani. Il tema della capacità di intendere e volere a ogni processo viene ribadito dalla difesa del 36enne che è stato riconosciuto nel pieno delle sue facoltà mentali per l’assassinio della psichiatra. Nella maggioranza degli altri processi no. Nell’ottobre 2024 proprio a Lucca venne assolto per incapacità di intendere volere (reato di diffamazione) quando neanche 24 ore prima a Pisa la Corte d’Assise gli aveva inflitto l’ergastolo.

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