La sfida
In Toscana la truffa del pos SumUp: decine di conti svuotati con la solita tecnica – L’errore da non commettere
Il tutto parte da un problema tecnico. Normalmente, ogni pagamento effettuato con questo sistema viene accreditato sul conto dedicato del cliente, che può scegliere se lasciarvi le somme o trasferirle sul proprio conto bancario
Pagare con carta o bancomat è ormai un’abitudine quotidiana, tanto che molti piccoli commercianti e professionisti si affidano a dispositivi portatili come i POS SumUp per rendere più semplice e veloce la gestione dei pagamenti. Ma dietro l’apparente comodità si nasconde un rischio che, nelle ultime settimane, ha già messo in ginocchio diversi esercenti: le truffe di phishing legate ai falsi numeri di assistenza. Alcuni titolari di attività di Massa e provincia – ma anche in altre zone della Toscana – hanno visto svanire in un attimo i loro incassi accumulati sui conti aziendali SumUp, per un totale che supera complessivamente i 30mila euro. Il meccanismo, spiega Confconsumatori di Massa-Carrara, è tanto semplice quanto subdolo.
Dal guasto al raggiro
Il tutto parte da un problema tecnico. Normalmente, ogni pagamento effettuato tramite il Pos SumUp viene accreditato sul conto SumUp del cliente, che può scegliere se lasciarvi le somme o trasferirle sul proprio conto bancario. Ma in alcuni casi, gli utenti si sono trovati nell’impossibilità di spostare i soldi, senza riuscire a capire il motivo. Da qui la decisione di cercare su internet un numero di assistenza. E proprio lì scatta la trappola: nelle prime pagine di Google compaiono siti praticamente identici a quello ufficiale di SumUp, completi di loghi e grafica riconoscibile, con un falso “numero verde” da contattare. Convinti di parlare con il servizio clienti, gli esercenti finiscono per seguire istruzioni che permettono ai truffatori di svuotare i conti. «La difficoltà di raggiungere l’assistenza ufficiale di SumUp ha fatto il resto – spiega Confconsumatori –: fino a poco tempo fa esisteva un numero verde, oggi invece si può scrivere solo tramite chat o e-mail, spesso senza ricevere risposta. Così i clienti, esasperati, si sono rivolti a canali non ufficiali, cadendo vittima dei raggiri».
Una beffa nella beffa
Quando i malcapitati cercano di chiedere aiuto, scoprono che SumUp è una società regolarmente registrata in Irlanda, SumUp Limited, sottoposta alla vigilanza della Central Bank of Ireland. Contattare direttamente l’azienda non è affatto semplice e i tempi per contestare la truffa sono lunghi. L’unica strada resta quella di inviare un reclamo ufficiale via e-mail all’indirizzo wecare@sumup.comramite la chat interna all’app o, più formalmente, via posta alla sede legale irlandese. Successivamente, è possibile rivolgersi all’Arbitrato Bancario Finanziario. «Una procedura complessa, che lascia gli esercenti non solo con i conti svuotati, ma anche con la sensazione di essere soli e senza strumenti per difendersi», commentano da Confconsumatori.
L’appello
Una nuova truffa quindi che sta creando non pochi disagi alla categoria dei commercianti apuani. Per questo motivo, l’associazione invita chiunque si sia trovato in situazioni analoghe a chiedere supporto presso gli sportelli territoriali. A Massa è attivo lo sportello di via Democrazia, mentre a Forte dei Marmi è disponibile un punto di ascolto in collaborazione con il Comune. «Siamo già al lavoro su diversi casi – spiegano –. Offriamo consulenza e assistenza sia per segnalare le truffe sia per attivare le procedure necessarie nei confronti della società. È importante non arrendersi, anche se il percorso non è semplice». Confconsumatori invita inoltre a prestare la massima prudenza nella ricerca di contatti online. «Non bisogna mai fidarsi dei numeri trovati su Google, anche quando il sito sembra identico all’originale. È fondamentale controllare sempre le fonti ufficiali e, in caso di dubbi, rivolgersi a noi».
Confconsumatori
Gli sportelli della provincia sono raggiungibili al numero di telefono 0585 488643, via e-mail all’indirizzo confconsumatori.massa@gmail.comoppure tramite WhatsApp al 327 4049091. L’associazione resta a disposizione non solo per i casi già verificatisi, ma anche per prevenire nuove truffe. «Questi episodi dimostrano quanto sia necessario migliorare la sicurezza dei pagamenti digitali e garantire ai clienti canali di assistenza rapidi ed efficaci. Fino a quando ciò non avverrà, i cittadini e le imprese restano i soggetti più vulnerabili».