L’incidente
Incidente mortale a Pomarance, muore a 19 anni. Chi era Jeremy: la passione per le moto, la palestra e gli amici
Tutto è successo lungo la strada 439, i motociclisti con lui hanno tentato per primi di rianimarlo: lascia i genitori e le due sorelle
POMARANCE. Un giorno in un video pubblicato sui social aveva definito la sua potente moto «il mio futuro, la mia passione». Sì, proprio così: aveva. Perché stamattina (19 luglio), Jeremy Holsinger, studente di 19 anni, di Pisa, in sella alla sua potente motocicletta Honda, ha perso la vita. Un terribile incidente nei pressi di una delle numerose curve della strada 439, nel comune di Pomarance, vicino a Montecerboli. La scena della tragedia unisce Jeremy al triste destino di tanti motociclisti che si danno appuntamento sulle strade della Valdicecina. Strisce di asfalto che tagliano le colline, in mezzo a scenari da cartolina. Queste strade che mietono vittime ogni anno e raccontano il dolore di chi sull’asfalto ha perso una persona cara. Così è anche per i genitori e le due sorelle di Jeremy, ragazzo pieno di sogni, appassionato di motori.
La dinamica
Sembra di vederlo mentre affronta quei tornanti insieme a numerosi motociclisti arrivati da ogni parte della Toscana. Mancano pochi minuti a mezzogiorno quando la Honda del 19enne finisce fuori strada e si schianta contro il guard-rail in prossimità di una delle numerose curve poco a nord di Montecerboli. I primi a correre in suo aiuto sono altri motociclisti che assistono al tragico incidente. Uno di loro prova anche a fargli il massaggio cardiaco ma ormai il destino del 19enne è segnato, il suo cuore si è fermato per sempre. Le manovre di rianimazione proseguono dall’equipaggio della Misericordia di Pomarance e ancora con gli operatori dell’ambulanza medicalizzata arrivata da Castelnuovo Valdicecina.
La centrale del 118 le tenta di tutte, arriva anche l’eliambulanza Pegaso. Tutto inutile, Jeremy è morto. La dinamica dell’incidente sarà ricostruita dai carabinieri di Pomarance rimasti a lungo sul posto. Testimoni, gli stessi che poi si attivano per i soccorsi, raccontano di avere visto la moto che sbandava all’improvviso. Perché il ragazzo abbia perso il controllo è più difficile da valutare. Tante le possibilità, una distrazione come un malore improvviso o un errore alla guida. La salma, da quanto si è appreso, è stata affidata alla famiglia per il funerale. Dalla ricostruzione effettuata risulta che si tratti di un incidente autonomo, senza responsabilità di terzi. È il momento della disperazione. Della perdita più grande che un genitore sia chiamato ad affrontare, quella di un figlio.
La vittima
Jeremy Holsinger, che abitava a Riglione, era un ragazzo con mille interessi. I compagni di classe, al liceo delle scienze umane Carducci di Pisa, lo descrivono esuberante, socievole e allegro. La scuola non era propriamente una delle sue passioni, tanto che durante l’anno scolastico aveva smesso di frequentare per seguire un corso e avviarsi a un lavoro. Nel tempo libero frequentava la palestra Moving Fitness Club. Gli allenamenti lo aiutavano a tenersi in forma, amava prendersi cura di sé. Sono stati proprio gli amici della palestra i primi a sapere dell’incidente. In breve tempo il tam-tam di messaggi e telefonate ha fatto arrivare la notizia anche ai familiari.
La famiglia
La vittima abitava a Riglione con la famiglia, la madre è una psicologa, il padre un manager di origine americana. In paese la notizia della tragedia ha lasciato tutti sconcertati. Poche le notizie date alla famiglia, che nel pomeriggio ha raggiunto la caserma a Larderello e la Misericordia di Castelnuovo Valdicecina. «Il mio pensiero più grande è rivolto alla famiglia, che ha perso un fiore spezzato e affronta il dolore più grande – dice il sindaco di Pomarance, Graziano Pacini – Le nostre sono zone da vivere per la loro bellezza e invece ogni volta ci domandiamo perché succedono queste tragedie. Ho inviato una pattuglia della Municipale sul posto quando ho saputo dell’incidente. Tutta la nostra vicinanza in questo momento è per la famiglia».
La strada
Una strada, la 439, già segnata da un altro lutto a due tre chilometri di distanza. A memoria di quanto successo la famiglia ha fatto collocare un casco dove morì.