La vendita dell’ex asilo in centro a Pisa diventa un caso politico: perché è scoppiata la polemica
All’asta per 600mila euro l’immobile di mille metri quadri in via Coccapani: i tempi
PISA. L’annuncio della vendita all’asta, da parte del Comune di Pisa, dell’edificio di via Coccapani già utilizzato (tra l’altro) come asilo e come distretto sociosanitario scatena la polemica politica, con le opposizione che attaccano e chiedono un passo indietro.
Storia e cifre
Le offerte per l’immobile dovranno arrivare in Comune entro il prossimo 12 maggio. Il prezzo base è di 599.028 euro per un immobile di 1.013 mq che si sviluppa su due piani, tra via Cocca pani e via Vernaccini, in pieno centro storico. L’edificio venne costruito negli anni Trenta dall’Onmi, l’Opera nazionale per la protezione della maternità e dell’infanzia, un organismo che curava sia le madri che i bambini in difficoltà (orfani di guerra o figli illegittimi o di famiglie povere). Negli anni Settanta l’Onmi venne soppressa e l’edificio di via Coccapani passò in capo al Comune. A lungo al pian terreno ha trovato posto un asilo nido, mentre il primo piano è stato prima sede distaccata degli uffici comunali, poi distretto sociosanitari Usl e, infine, sede provvisoria di uffici giudiziari. In ogni caso, da diversi anni l’immobile è chiuso e inserito all’interno del piano delle alienazioni del Comune di Pisa.
L’opposizione
Contro la vendita si scaglia Francesco Auletta (Una città in Comune): «Siamo di fronte ad una e propria svendita, che cerca di tentare appetiti immobiliaristi e speculativi, visto che il prezzo a base d’asta è fissato in 599.038,73 euro, con un valore che si è progressivamente abbassato, basta pensare che sempre circa 10 anni fa era di 1 milione 652 mila euro. Ma non solo. Si tratta di un bene comune composto da 2 piani con annesso un giardino per un totale di 1263 mq, soggetto a vincolo paesaggistico, che si trova nel cuore di un centro cittadino che necessita sempre più di essere rivitalizzato da funzioni pubbliche, aggregative, sociali e culturali, e che non ha bisogno di nuove residenze».
Contrario anche Luigi Sofia (capogruppo Sinistra unita), che chiede «una verifica tecnica e progettuale sulla sua possibile destinazione a uso educativo. In alternativa alla svendita, si possono attivare linee di finanziamento statale ed europeo per la ristrutturazione e l’attivazione del servizio».