Pisa

Giustizia

Tatuatore pisano minacciò i collaboratori con la pistola, nuovo processo in appello

Tatuatore pisano minacciò i collaboratori con la pistola, nuovo processo in appello

Senza querela cade il sequestro di persona, pena iniziale di 2 anni e 4 mesi

15 settembre 2023
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PISA. Una notte di delirio trasformata in una condanna a 2 anni e 4 mesi e che ora ritorna in un’aula di Tribunale dopo il pronunciamento della Cassazione.

È la storia che vede il tatuatore Pierpaolo Della Bartola, 49 anni, di Pisa, protagonista in una lite con due amici e collaboratori avvenuta nel febbraio 2019 in provincia di Ancona dove era in corso una fiera di settore.

In abbreviato, sentenza confermata in appello, Della Bartola era stato condannato per aver privato i due collaboratori «della libertà personale, minacciandoli ripetutamente di morte con una pistola e costringendoli, per svariate ore, a permanere in una camera di albergo ove alloggiavano, bloccando, altresì, la porta di comunicazione con la camera da lui occupata per impedirne l’uscita e per aver detenuto e portato fuori dalla propria abitazione un revolver marca Hermann Weihrauch modello HW22 calibro 22LR, privo di matricola e, perciò, da considerarsi arma clandestina (capo B) , e per avere acquistato o, comunque, ricevuto da persona rimasta sconosciuta la predetta arma, provento del delitto di contraffazione o alterazione dei segni distintivi o, comunque, di cessione di armi clandestine, pur essendo a conoscenza della relativa provenienza illecita e per avere portato, fuori dalla propria abitazione o delle appartenenze di essa, un coltello marca Fax modello Fox 697, arma per la quale non è ammessa licenza, tenendola nella propria immediata disponibilità».

Difeso dall’avvocato Giovanni Frullano, il tatuatore in Cassazione ha ottenuto l’annullamento senza rinvio della condanna riferita al sequestro di persona «perché l’azione penale non può essere proseguita per difetto di querela». I giudici rinviano alla Corte d’Appello di Perugia per un nuovo processo su alcuni punti da chiarire meglio a livello di motivazione e confermano la sentenza su altre contestazioni. Alloggiati in un bed and breakfast, uno dei due amici/collaboratori, entrambi residenti a Pisa, era riuscito a telefonare ad una sorella implorandola di chiamare i carabinieri. «Ci sta minacciando, vuole ucciderci», avrebbe detto alla donna che ha poi telefonato al 112. I due uomini erano stati poi liberati dai carabinieri che avevano immobilizzato Della Bartola.


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