Il Tirreno

Pisa

Vocina, l’ultimo saluto è da re

di Andrea Chiavacci
Vocina, l’ultimo saluto è da re

La bara davanti alla curva, il coro dei tifosi e lacrime e pioggia che solcano i visi Aureliano Nardini per 50 anni ha vissuto l’Arena Garibaldi come la sua casa

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PISA. La pioggia si mescola alle lacrime dentro quello che per oltre cinquant’anni è stata la sua seconda casa. L’ultimo giro di campo di Aureliano Nardini, per tutti Vocina, scomparso giovedì scorso all’età di 89 anni, nella sua Arena Garibaldi è stato un altro di quei momenti toccanti che uniscono tutti quelli che portano nel cuore i colori nerazzurri.

E non poteva che finire così con la Curva Nord che intona cori in suo onore e che ti fa scappare anche una risata pensando ai tanti bei momenti passati insieme a una persona che è stato molto di più di un semplice custode dello stadio cittadino. Duemila tifosi hanno riempito la Nord, nella quale campeggiavano diversi striscioni: “E adesso alziamo noi la vocina per te. ..i tuoi ragazzi della Curva Nord” e “Vocina alza la voce”, come amavano simpaticamente cantare i tifosi ad Aureliano. A un certo punto sembrava uno dei quei tanti pomeriggi vissuti allo stadio con i tifosi che cantano a squarciagola come durante una partita dei nerazzurri. Poi fanno il loro ingresso in campo tre giocatori che conoscevano bene Vocina, visto che fanno parte del gruppo storico, come Robert Gucher, Gaetano Masucci e Alessandro De Vitis. I calciatori nerazzurri hanno in mano una maglia nerazzurra con il numero uno e la scritta Vocina che viene adagiata sul feretro. I familiari di Nardini hanno portato a loro volta uno striscione esposto in campo: “Grazie Pisa, grazie a tutti”. Un tributo, quello dell’ultimo saluto davanti alla Nord, che a Pisa è stato riservato solo a Romeo Anconetani.


 

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