Il Tirreno

Pisa

«Letta si candidi a Pisa. Sarebbe un gran segnale»

di Francesco Loi
«Letta si candidi a Pisa. Sarebbe un gran segnale»

Matteo Trapani, capogruppo del Pd in consiglio comunale: lo avevo detto quando aveva vinto a Siena e lo ripeto con forza

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PISA. «Enrico Letta si candidi a Pisa per le politiche, sarebbe un segnale per tutta la comunità». Messaggio chiaro che esce dal Pd pisano attraverso le parole del capogruppo in consiglio comunale Matteo Trapani, dopo la crisi di governo e con il via alla campagna elettorale. «Una crisi – dice Trapani – frutto, tra l’altro, di meri calcoli elettorali. I numeri dei sondaggi in crisi per alcune compagini politiche hanno portato a sacrificare la stabilità del Paese e la lenta ripresa che stavamo intraprendendo».

Crede che ci saranno ricadute anche su Pisa?

«Senza dubbio, a maggior ragione in una città che vive un momento di difficoltà economica e di isolamento».

In questi giorni sono usciti molti nomi in Toscana di probabili candidati ,tra i quali anche il segretario Letta: che ne pensa?

«Penso che, specialmente tenuto conto della diminuzione del numero dei parlamentari e il mantenimento di questa legge elettorale, la scelta delle persone sia assolutamente centrale. Ho sempre criticato le liste fatte solo sui nomi e credo serva anche proporre persone di rottura, che abbiano un rapporto vero e profondo con il territorio, che siano personalità ben riconosciute e apprezzate. Ricordo anche che al Senato voteranno per la prima volta i diciottenni: non è una questione solo di platea elettorale, ma soprattutto una sfida verso una proposta politica che guardi ai giovani. Ha ragione il segretario Letta: per vincere serve guardare con gli occhi della tigre, serve gente che abbia fame e voglia. Quando il segretario vinse a Siena, uscii proprio su queste pagine dichiarando che sarebbe stato un bene anche per Pisa. Ora lo ribadisco con più forza: la candidatura di Enrico Letta sarebbe non solo un segnale importante, ma anche un’opportunità per tutta la comunità».

Lei è in campo?

«Faccio il capogruppo a Pisa: entrare in consiglio comunale a 30 anni e fare opposizione in un momento difficile e complesso come questo da una parte ha richiesto tante energie, ma dall’altra è stata una bella sfida. Sono grato e fiero dei consiglieri e dei tanti che in questi anni si sono impegnati al mio fianco. Nelle prossime settimane saremo ancora qui per contribuire a vincere le prossime elezioni politiche con coraggio e determinazione. Non conta il ruolo, ma il modo in cui si gioca di squadra: questo sarà il nostro contributo, in una campagna porta a porta».

Tra un anno elezioni comunali a Pisa: il centrosinistra come si muove?

«Questa amministrazione a trazione Lega sconta non solo le promesse mancate, ma anche l’isolamento e la debolezza. Lo dimostrano anche gli ultimi sondaggi dove questo sindaco ormai è accettato da una minoranza. Tra le cose che la destra ci lascia troveremo la zona stazione ormai invivibile, il centro storico e le periferie in uno stato di degrado totale, la mancanza di fondi Pnrr, il silenzio assoluto sui diritti civili; zero impegni sullo sport e sull’associazionismo, la fumosità che ormai impera sui vari interventi idraulici a San Marco, San Giusto e Porta a Lucca, un bilancio comunale con mutui aperti. Noi stiamo compiendo un percorso di apertura e coinvolgimento che deve necessariamente partire da tutte quelle forze sociali, economiche e politiche con le quali abbiamo lavorato fianco a fianco in questi anni per arrivare a coinvolgere tutta la cittadinanza: credo che la stessa cosa pensino anche gli altri amici e colleghi capigruppo con i quali stiamo immaginando un’idea diversa di città».

Cosa chiede al suo partito?

«Di continuare a ragionare come comunità e non come singoli: non possiamo chiedere partecipazione e non offrirla. Ci sono generazioni intere, pezzi sociali ed economici che hanno voglia di dare il proprio contributo. Continuiamo ad aprirci senza paura, ma con coraggio e con un pizzico di sana follia. Raccontiamo a tutti la nostra proposta che contenga impegni sul contrasto alle diseguaglianze, sul miglior utilizzo delle risorse ambientali, sulla spinta per l’innovazione digitale, su uno sviluppo economico più umano e attento ai bisogni e alla qualità della vita delle persone, sul superamento dei precariati».l




 

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