Il Tirreno

Pisa

"SONO SCIOCCATA, NORA MUSSE ALI DEVE DIMETTERSI"

"SONO SCIOCCATA, NORA MUSSE ALI DEVE DIMETTERSI"

L’intervento di Benedetta Di Gaddo, consigliere comunale di Pisa

29 agosto 2021
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Resto scioccata ed allibita dalle dichiarazioni della collega Nura Musse Ali, dichiarazioni riportate dagli organi di stampa, da lei successivamente precisate, ma non di certo smentite nella forma originaria, così come citate dal giornale Il Tirreno.

Si tratta di parole, a mio avviso, assolutamente inaccettabili tanto più perché pronunciate da una donna che, avendo avuto la possibilità di istruirsi e formarsi in Italia, ha potuto usufruire delle medesime opportunità concesse ai suoi colleghi uomini. Opportunità queste che adesso le donne afghane non avranno più neppure il lusso di potersi sognare. Per loro infatti si prospetta una vita segregata in casa, con possibilità di uscita soltanto se completamente coperte e accompagnate da un parente uomo. Ma fatto ancor più atroce -in piena violazione dei diritti dell’infanzia- è la notizia di come sia già partita la caccia, casa per casa, (come riportano corrispondenti in loco) alla ricerca di spose bambine da offrire ai miliziani talebani. Questo è il futuro che si presenta loro.

Non può quindi in alcun modo esser legittimato il messaggio che il regime dittatoriale talebano fosse una “tappa obbligata della storia”, alla stregua di un naturale percorso di autodeterminazione di un popolo. È indubbio che l’Afghanistan rappresenti uno dei più grandi fallimenti dell’Occidente, come è indubbio che poteva esser gestito diversamente il ritiro delle truppe statunitensi e degli alleati della Nato (prova ne è la cadenza con cui Biden tiene discorsi alla nazione con una media di 4, se non 5, a settimana). Ma da qui a dichiararsi favorevoli alla presa del potere da parte dei fondamentalisti in Afghanistan ne corre.

Dopo questi venti anni, in cui donne e ragazze hanno avuto la possibilità di accedere ad un’istruzione, ad un percorso di formazione che magari le ha condotte ad uno sbocco lavorativo, lasciare che tutto ciò si sgretoli in pochi giorni significa andare a minare l’humus stesso del tessuto sociale, culturale ed amministrativo del Paese. Nel momento in cui si è deciso di lasciare l’Afghanistan, avremmo dovuto pretendere garanzie affinché sul territorio permanesse un governo moderato, atto a sostenere e coadiuvare quei territori a svilupparsi e crescere in autonomia. Forse venti anni per intraprendere un tale percorso erano pochi, forse l’intervento delle potenze occidentali andava prolungato, ma ormai è tardi per potersi porre questi interrogativi. Quel che è certo è che lasciamo un Afghanistan più diviso e dilaniato che mai, sull’orlo di una guerra civile, come dimostrano gli attentati di ieri a Kabul.

Ma ancora ritengo del tutto errata l’affermazione della componente della Commissione Pari Opportunità della Regione Toscana, secondo cui “il rispetto dei diritti umani è direttamente proporzionale al benessere sociale”. Ritengo, infatti, che i diritti umani siano piuttosto un presupposto imprescindibile per il benessere sociale, costituendone semmai la base edificatrice stessa. Il rispetto della vita, della dignità umana e sociale non possono essere considerati mezzi di scambio necessari, in quanto valori fondamentali riconosciuti, in primis, dalla nostra Carta Costituente. In ragione di tutto ciò e non concordando in alcun modo con l’analisi e le conseguenti dichiarazioni della collega di partito Nura Musse Ali, in qualità di vice presidente Vicaria del consiglio comunale di Pisa, nonché membro del Comitato Cittadino Pari Opportunità, mi unisco a quanti prima di me hanno richiesto le sue immediate dimissioni dalla Commissione Pari Opportunità della Regione Toscana.

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