l’inaugurazione
Aperta la camera delle meraviglie
Il Museo della Certosa più ricco con l’allestimento della nuova sala
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CALCI. Il museo di storia naturale e del territorio della Certosa diventa più ricco e si fa più bello. Ieri è stato inaugurata la nuova galleria che non a caso è stata definita la galleria delle meraviglie.
Una grande soddisfazione per l’Università di Pisa, che soprintende al museo, considerato tra i primi in assoluto a livello internazionale. Punti forti a livello di allestimento sono la ricostruzione della Wuderkmmer, o camera delle meraviglie e poi il settore dedicato all’800. È possibile immergersi nell’atmosfera del tempo tramite i reperti, i manoscritti e i documenti originari e grazie alla ricostruzione dello studio di Paolo Savi, i visitatori hanno l’opportunità di immedesimarsi in uno dei naturalisti più illustri dell’800.
L’esposizione è stata realizzata anche grazie al sostegno della Fondazione Pisa.
A fare gli onori di casa il direttore del museo di storia naturale del territorio, Roberto Barbuti, insieme ad altri personaggi del mondo della cultura e ad esponenti delle istituzioni.
È stato possibile ufficialmente visitare la nuova realtà tra cui hanno lavorato alacremente per mesi gli addetti ai lavori in un percorso illuminato, con rigore scientifico. Questa nuova galleria rappresenta un’occasione imperdibile anche per una ricostruzione storica del mondo della natura, e non solo. Per la cronaca il museo di storia naturale e del territorio dell’Università di Pisa trova le sue origini nella galleria fondata nel 1581 da Ferdinando I De’Medici, annesso all’orto botanico, anche se la raccolta delle collezioni del museo è forse iniziata ancora prima della fondazione della galleria per opera di Luca Ghini. In seguito il museo, pur conservando una collocazione unitaria, si è suddiviso in entità autonome per la successiva specializzazione dei campi di ricerca nel settore delle scienze naturali. Mentre ancora nel 1776 Gian Lorenzo Tilli copre tutte le discipline, già nel 1782 si hanno Giorgio Santi per la biologia mineralogia e zoologia e poi Gaetano Savi per la botanica. Tra il 1823 e il 1887 il museo e gli annessi gabinetti di ricerca attraversano un periodo di vivace espansione. Le collezioni vengono continuamente incrementate sia con l’apporto di reperti sia come deposito nel museo di materiale utilizzato per la ricerca naturalistica dell’Università. Lo scorso anno ben 70mila sono stati i visitatori del museo di storia naturale cui vanno aggiunti i 15mila del museo nazionale delle bellezze artistiche.
Pierluigi Ara
Una grande soddisfazione per l’Università di Pisa, che soprintende al museo, considerato tra i primi in assoluto a livello internazionale. Punti forti a livello di allestimento sono la ricostruzione della Wuderkmmer, o camera delle meraviglie e poi il settore dedicato all’800. È possibile immergersi nell’atmosfera del tempo tramite i reperti, i manoscritti e i documenti originari e grazie alla ricostruzione dello studio di Paolo Savi, i visitatori hanno l’opportunità di immedesimarsi in uno dei naturalisti più illustri dell’800.
L’esposizione è stata realizzata anche grazie al sostegno della Fondazione Pisa.
A fare gli onori di casa il direttore del museo di storia naturale del territorio, Roberto Barbuti, insieme ad altri personaggi del mondo della cultura e ad esponenti delle istituzioni.
È stato possibile ufficialmente visitare la nuova realtà tra cui hanno lavorato alacremente per mesi gli addetti ai lavori in un percorso illuminato, con rigore scientifico. Questa nuova galleria rappresenta un’occasione imperdibile anche per una ricostruzione storica del mondo della natura, e non solo. Per la cronaca il museo di storia naturale e del territorio dell’Università di Pisa trova le sue origini nella galleria fondata nel 1581 da Ferdinando I De’Medici, annesso all’orto botanico, anche se la raccolta delle collezioni del museo è forse iniziata ancora prima della fondazione della galleria per opera di Luca Ghini. In seguito il museo, pur conservando una collocazione unitaria, si è suddiviso in entità autonome per la successiva specializzazione dei campi di ricerca nel settore delle scienze naturali. Mentre ancora nel 1776 Gian Lorenzo Tilli copre tutte le discipline, già nel 1782 si hanno Giorgio Santi per la biologia mineralogia e zoologia e poi Gaetano Savi per la botanica. Tra il 1823 e il 1887 il museo e gli annessi gabinetti di ricerca attraversano un periodo di vivace espansione. Le collezioni vengono continuamente incrementate sia con l’apporto di reperti sia come deposito nel museo di materiale utilizzato per la ricerca naturalistica dell’Università. Lo scorso anno ben 70mila sono stati i visitatori del museo di storia naturale cui vanno aggiunti i 15mila del museo nazionale delle bellezze artistiche.
Pierluigi Ara