San Paolo a Ripa d’Arno continua a sprofondare
Le mura della chiesa sono inclinate, indagini in corso: forse dipende dalla falda Il parroco: le risorse della diocesi non bastano, devono intervenire le istituzioni
PISA. La chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno, inagibile da più di un anno, è sotto il continuo monitoraggio di ingegneri e geologi che stanno cercando di capire che rischi ci sono per uno dei luoghi di culto storici dei pisani. Conosciuta anche come “la vecchia cattedrale”, la chiesa è in condizioni critiche. E, considerata la situazione di quella di San Francesco, non è la sola in città. Sono danneggiate le strutture in legno, la parte muraria presenta diverse lesioni e tutto l’edificio sta letteralmente sprofondando, con le mura che ruotano verso il fiume. Per valutare l’entità delle lesioni sono state poste 60 sonde in prossimità delle crepe e sulle strutture lignee.
«Ci sono travi, capriate e diversi elementi in legno che sono degradati e necessitano di un intervento – spiega l’ingegner Claudio Baraldoni, che si sta occupando delle indagini sull’edificio – e altri che dovranno essere completamente sostituiti». Dalle analisi sulla parte muraria condotte in collaborazione con l’Università di Pisa, è emerso che la parete più a rischio a quella sud. «E’ una parte, come si può osservare, diversa rispetto al resto dell’edificio: è stata ricostruita dopo essere stata danneggiata da una bomba durante la seconda guerra mondiale ed è quella che più di tutte necessità di un consolidamento».
Proprio in questi giorni verranno effettuati nuovi rilievi sull’Arno per capire le cause della pendenza della struttura. «Stiamo monitorando la falda acquifera - continua Baraldoni - per capire se l’inclinazione della chiesa è dovuta alla variazione del livello dell’acqua sottostante. In questo caso potremmo definire l’inclinazione delle mura più o meno normale. Se invece questo movimento fosse determinato da fenomeni indipendenti dal livello della falda sarebbe necessario intervenire con più urgenza». L’opera di recupero della chiesa non è di competenza del Comune né di altre istituzioni. Spetta dunque alla diocesi farsi carico delle ingenti spese che si dovranno affrontare. Ma a ora il futuro di questo pezzo di storia (la chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno risale al IX secolo) è incerto.
«Alcune famiglie, nonostante la crisi - racconta don Luca Volpi, parroco della chiesa - stanno raccogliendo fondi e come parrocchia ci siamo fatti carico delle spese necessarie al monitoraggio. Ma non riusciremo a coprire i costi per tutti gli interventi. Se non interviene qualcuno di esterno alla diocesi sarà difficile rimettere in sesto la chiesa».
Le istituzioni, conclude don Volpi, «dovrebbero intervenire per salvare la chiesa, che non solo è un luogo di culto molto importante, ma è anche una meta turistica da rivalorizzare. Poi non bisogna lamentarsi che chi viene in visita a Pisa passi solo da Piazza dei Miracoli se il resto del patrimonio artistico è così messo».
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