Il Tirreno

Mercato immobiliare

Baratti, Casone ancora in vendita: l’agonia dell'immobile che ora si scopre set della serie con Vanessa Incontrada

di Manolo Morandini

	Il Casone di Baratti, uno dei luoghi più iconici della costa toscana (foto Lorenzo Manzini)
Il Casone di Baratti, uno dei luoghi più iconici della costa toscana (foto Lorenzo Manzini)

Il complesso rurale affacciato sul mare è ancora sul mercato a un costo di cinque milioni

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PIOMBINO. Finisce sotto i riflettori il Casone. E si mostra al meglio delle sue possibilità. L’incuria resta, ma per lo meno arbusti e sporco in larga parte sono rimossi. Ad accendere le luci è il set della serie tv Erica, protagonista Vanessa Incontrada, che andrà in onda su Canale 5. La troupe e i mezzi della produzione della società di produzione 7 Verticale animano la città e si spingono anche nel golfo di Baratti, nella parte terminale della pineta, che per l’occasione cerca di presentarsi al meglio. Chissà che il piccolo schermo non regali una possibilità anche al complesso rurale affacciato sul mare. A suggerirla da tempo è il sito Lionard Luxury Real Estate: villa unifamiliare sul Golfo di Baratti con 4 milioni e 800mila euro.

La pagina web dell’agenzia immobiliare, che è specializzata in immobili di prestigio, si apre con rendering che non lasciano dubbi: la casa dei sogni con panorama mozzafiato è nell’area del podere del Casone. Dai rendering e dalla descrizione il progetto è ancora quello di un albergo extralusso che “reinterpreta” i volumi esistenti. Perché di questo si discute, tra mille polemiche e proposte di diversa destinazione d’uso, dal 2008. Ovvero, dal momento dell’acquisto del podere – dalla Populonia Italica (gruppo Italcementi) – per cinque milioni di euro fatto da Casone di Baratti Srl, proprietà fiorentina attiva nel settore sanitario e assistenziale. Società di capitali che ha portato a termine insieme all’acquisizione dell’omonimo podere quella di altre proprietà immobiliari e terreni, sempre vicini allo storico complesso che affaccia sulla spiaggia. Un complesso di 1.100 metri quadrati immerso in 1, 5 ettari di parco privato. L’agenzia ne sottolinea tutto il potenziale: sia come dimora privata che come attività ricettiva. E nel caso di questa seconda ipotesi si tratta di un progetto da circa 30 camere.

Al di là dell’immaginazione il Casone è un simbolo della paralisi. Un’occasione mancata per chi chiede un cambio di passo turistico e al tempo stesso una minaccia incombente per gli ambientalisti che temono ancora il rischio di speculazione edilizia. È come imprigionato. Tutto è rimasto fermo a decine di anni fa e l’unica azione concreta è quella messa a segno, anno dopo anno, dal degrado. Nascosto nella parte terminale della pineta di Baratti, sul lato che guarda verso Populonia, i vecchi manufatti una volta utilizzati a scopo agricolo e come segheria, sono completamente abbandonati.

Un luogo sospeso, nascosto solo dagli alberi e da qualche cespuglio. Gli edifici sono pericolanti, alcune porte e finestre sono murate con dei mattoni, in modo da impedire l’accesso nei locali interni. Ma al tempo stesso ci sono vetri rotti e porte completamente aperte. Lo sforzo di immaginazione compiuto nel Piano particolareggiato di Baratti e Populonia, approvato nel gennaio del 2013 dal Comune di Piombino, è rimasto sulla carta. Sulla destinazione d’uso il piano particolareggiato poneva come alternativa all’hotel di lusso la realizzazione di un centro di documentazione del parco. Entrambe le ipotesi, ad oggi, non si sono concretizzate. Il motivo? I vincoli stringenti rendono l’investimento poco interessante dal punto di vista strategico. O almeno questo è quanto emerge dai fatti.


 

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