Il Tirreno

Ambiente

Venturina nella morsa del puzzo: la causa è un concime “low cost”. Proteste dei cittadini e i turisti vanno via

di Manolo Morandini

	Cumuli di concime (foto Lorenzo Manzini)
Cumuli di concime (foto Lorenzo Manzini)

Crescono i disagi per l’uso dell’ammendante utilizzato come fertilizzante agricolo. La sindaca di Campiglia: «Il cattivo odore è forte e in alcuni momenti davvero disagiante»

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CAMPIGLIA. L’equilibrio è saltato da tempo. Nella piana di Venturina Terme ci sono giorni in cui l’aria è irrespirabile. Quello che la sindaca di Campiglia Marittima Alberta Ticciati definisce «forte disagio odorigeno» sta rendendo difficile la vita a un’intera comunità. Dalle zone di Caldanelle e Tufaia fino a Coltie, e delle volte anche alla Fiera, è un malcontento crescente. Un puzzo irrespirabile e penetrante che costringe a tenere chiuse le finestre per attenuarne l’impatto. Chi non può fare altrimenti subisce. Chi può, invece, si sposta altrove, come sta accadendo in alcune strutture ricettive dove gli ospiti preferiscono rimettersi in viaggio.

Anche durante questa estate, come nella passata quando si è avuto il primo impatto col problema, nelle campagne vicine all’abitato si coltiva il malcontento che si finisce per raccogliere in paese. Le segnalazioni e lamentele da parte dei cittadini si continuano a moltiplicare per il cattivo odore che si propaga dai campi. Gli odori sgradevoli che derivano dalla pratica di concimazione dei terreni sono dovuti all’impiego di un ammendante composto misto e misto con fanghi. Un prodotto low cost che può essere utilizzato in agricoltura come fertilizzante agricolo, così come certificato dagli organi competenti, ma che mal si concilia nel caso in cui campi si trovino a un tiro di schioppo con l’abitato. È una questione di equilibri.

L’esercizio d’impresa che non può finire per mettere a terra un’intera comunità, oltre ai cittadini per esempio c’è chi esercita attività di ristorazione o ricettiva. Anche quest’ultime sono imprese. Insomma, al di là che le analisi di quel compost, eseguite da Arpat e dall’Azienda sanitaria, non evidenzino problemi per la salute pubblica c’è da chiedersi se il persistente disagio non finisca per incidere proprio sulla salute. Lo ammette la stessa sindaca: «Il cattivo odore è forte e in alcuni momenti davvero disagiante. Comprendo e condivido le lamentele che diffusamente si stanno sviluppando rispetto al disagio che si sta creando».

La scorsa estate al manifestarsi del problema furono fatte verifiche e venne definito dall’amministrazione comunale in accordo con gli enti di competenza e le associazioni di categoria il regolamento rurale, in cui si norma le modalità di utilizzo agronomico del fertilizzante: interramento del prodotto entro 48 ore dal conferimento e divieto di accumulo. Ma la realtà dimostra che la misura si sta rivelando del tutto inadeguata.

Nonostante Ticciati chiarisca che «ha eseguito e sta eseguendo verifiche mediante la polizia municipale del corretto utilizzo agronomico nei tempi previsti e nelle modalità indicate dal regolamento rurale comunale». Prova a guardare oltre. «Considerando il persistente e forte disagio l’amministrazione comunale valuterà insieme agli organismi competenti – conclude la sindaca – ulteriori strumenti per cercare di trovare un equilibrio possibile tra le diverse attività economiche del nostro Comune».




 

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