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Caro spiaggia in Toscana: ombrellone e insalata a pranzo – Il racconto: «Una spesa folle»

di Paolo Federighi

	Uno scorcio della spiaggia di Baratti (foto Lorenzo Manzini) e lo scrittore Matteo Grimaldi
Uno scorcio della spiaggia di Baratti (foto Lorenzo Manzini) e lo scrittore Matteo Grimaldi

Lo scrittore Matteo Grimaldi, aquilano ma fiorentino d’adozione, in vacanza a Baratti: «Lo avete capito perché la gente non spende?»

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PIOMBINO. «Abbiamo preso in affitto una casa scegliendo di andare ogni giorno in macchina in una spiaggia diversa – calette e spiagge libere – con ombrelloni e seggiole nostre. L’alternativa era pagare 60 euro al giorno di ombrellone, che moltiplicati per 10 giorni avrebbero significato 600 euro in più sul budget totale. Poco? Tanto? Fate voi». È quanto sostiene in un post sul suo profilo Facebook il noto scrittore Matteo Grimaldi, aquilano ma fiorentino di adozione, in vacanza coi suoi amici a Baratti alla fine di luglio.

Grimaldi, 44 anni, laureato in informatica, ex libraio e oggi insegnante di scuola primaria, ha pubblicato vari romanzi per ragazzi, tra cui “La famiglia X”, “Il violino di filo”, “Supermarket 24”, “Tutta colpa del buio” e “Alias”, oltre ad un paio di raccolte di racconti e a un adattamento de “Il libro della giungla” per bambini dai 5 ai 7 anni. Su Facebook ha oltre 118mila follower. È così che si inserisce la sua voce nella discussione, accesa e in atto da giorni, sugli stabilimenti balneari vuoti e un’estate nera per albergatori e ristoratori.

«Vi racconto – esordisce Grimaldi – un paio di episodi capitati a me e ai miei amici durante la nostra settimana di vacanza a Baratti a fine luglio, ben sapendo che mi attirerò le ire degli addetti ai lavori del turismo». Grimaldi dice di essere rimasto impressionato dalla visione degli stabilimenti vuoti, per poi passare alla narrazione del pranzo in uno di questi stabilimenti. «Ci mettiamo a leggere il menù – prosegue il suo post – e constatiamo che non proponeva neanche un piatto sotto i 20 euro». Il suo pranzo: insalata di polpo da 20 euro, bottiglietta d’acqua naturale da 2 euro, caffè con un cubetto di ghiaccio 2, 50 euro. Sennonché «arriva la mia insalata – dice – ed era un’insalata di. .. insalata. Ho sfidato i miei amici a trovare i pezzettini di polpo nascosti fra la moltissima insalata verde e i pomodori a volontà».

E così Grimaldi e i suoi amici, dopo aver dato un’occhiata ai menù di altri bagni, decidono di non voler più mangiare in uno stabilimento e per cena si spostano a Piombino. Si recano in un ristorante che offre «una decente alternativa vegetariana», perché uno degli amici è, appunto, vegetariano. «La cameriera – racconta lo scrittore – ci spiega che i loro tanti piatti vegetariani sono la variante senza pesce dei piatti del menù. Questo un po’ ci dispiace, ma il bello – si fa per dire – arriva quando le chiediamo se gli spaghetti con verdure e tonno fresco, senza il tonno fresco, cioè appunto la variante vegetariana, hanno lo stesso prezzo, che sul menù è di 18 euro. “Certo, hanno lo stesso prezzo”, risponde. Poi deve aver visto la nostra faccia – prosegue – che probabilmente aveva assunto la forma di un gigantesco punto interrogativo (d’altronde qualcuno mi spieghi come fa un piatto a base di tonno fresco a costare come lo stesso piatto in cui rimangono solo melanzane e zucchine) e ha aggiunto: “Be’, dovete considerare che togliendo un ingrediente (il tonno fresco) lo chef deve riequilibrare il piatto con...altre verdure. Deve aggiungere, capito? ”».

Morale della favola, (che tale a quanto pare non è, è che alcuni turisti difficilmente torneranno da queste parti, nonostante la bellezza del luogo. Grimaldi conclude così, amaramente: «Allora...sì, noi lo abbiamo capito che all’aumento incontrollato dei prezzi si aggiunge pure la costante tendenza a prendere in giro la gente. Ma voi lo avete capito perché la gente non spende più? Forse si è stufata? ! Forse è necessario fermare tutto e fare parecchi passi indietro? ! Forse…».

Nel momento in cui stiamo scrivendo, il post di Grimaldi ha addirittura superato i 32mila like, i 4mila commenti e le 2mila condivisioni. Una testimonianza, la sua, che farà sicuramente discutere.


 

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