Tenaris Dalmine, cresce il premio che viene assegnato ai dipendenti
Così il Gruppo distribuisce una quota della ricchezza generata dall’attività
PIOMBINO. Tenaris Dalmine ha comunicato i numeri del premio di redditività aziendale che distribuisce ai lavoratori una quota della ricchezza generata in proporzione al risultato economico dell’azienda. Il premio, per sua natura variabile, è corrisposto a tutti i dipendenti, distribuito in base al livello di inquadramento ed è un elemento di un sistema premiale più ampio. Già nel 2023 era stato da record. Nel 2024 è aumentato di un altro 8-12 per cento. A beneficiarne sono più di 2mila persone, tra la sede principale di Dalmine e i siti di Costa Volpino e Sabbio, Arcore e Piombino.
Per gli operai il premio medio pro capite erogato nell’ultimo anno è così salito da 12.768 a 14.264 euro lordi, per gli impiegati da 14.902 a 16.139 euro e per i quadri da 14.616 a 16.450 euro. L’incremento è legato al migliore risultato degli ultimi anni messo a segno nel bilancio 2023, con il fatturato balzato a 1.781 milioni e l’utile netto a 296 milioni. Nel 2024, i ricavi sono scesi a 1.519 milioni con un utile di 152 milioni; comunque, il secondo miglior risultato del decennio mentre il 2025 è iniziato sulla linea di fine 2024 anche se non mancano i fattori di incertezza sui mercati di riferimento.
L’amministratore delegato e vicepresidente della Dalmine, Michele Della Briotta, si dice ottimista sulla ripresa europea, che rappresenta, Italia inclusa, quasi il 45 per cento del fatturato, ma sottolinea la fase di forte incertezza dell’economia, mentre alcuni gravi problemi, come «l’alto prezzo dell’energia in Italia» o «la necessità di arrivare a un mercato leale», non sono adeguatamente affrontati dai decisori. «Nessuno sa come e quando finirà il tema dei dazi, determinante in senso positivo o negativo: l’attesa però condiziona le aziende che nell’incertezza tengono a rinviare gli investimenti».
Ad entrare nel merito dei risultati annuali è Riccardo Brevi, direttore finanziario Tenaris Europa: «A Dalmine abbiamo avuto risultati buoni, mentre hanno sofferto i siti periferici di Arcore e Piombino». Che aggiunge: «Abbiamo comunque chiuso il 2024 con il terzo fatturato degli ultimi 20 anni, l’Ebidta tra i primi cinque di sempre. Il 2025 si è aperto sulla scia di fine anno scorso, mentre il secondo semestre è ancora tutto da decifrare. Possiamo pensare a investimenti stimati nell’ordine dei 30 milioni».
M.M.