La tragedia
Piombino, nel pozzo è ritornato il gasolio a dieci anni dallo sversamento
La bonifica a carico dell’Asl in un’area a confine con l’ospedale. Il combustibile uscito da uno dei due serbatoi che alimentavano all’epoca i riscaldamenti di Villamarina
PIOMBINO. Migliaia di litri di gasolio fuoriusciti da un serbatoio interrato dell’ospedale di Villamarina. Accade nell’estate del 2015. A distanza di dieci anni i livelli di concentrazione di idrocarburi in un pozzo artesiano di un’abitazione che affaccia su via Forlanini sono tornati ad aumentare. E a segnalare che il pericolo è ancora lì. Tant’è che sulla scorta dei risultati periodici di monitoraggio il Comune di Piombino ha prescritto all’Azienda sanitaria Toscana Nordovest un ulteriore e più incisivo intervento di bonifica. Le operazioni per riportare a “pulito” l’acqua del pozzo e i terreni circostanti inizieranno in questi giorni. L’Azienda Usl il 5 maggio ha proceduto ad affidare l’incarico alla fiorentina Hydrogea Vision Srl a fronte di una spesa di 38mila euro.
Una perdita occulta. Da uno dei due serbatoi interrati realizzati a servizio dell’ospedale. Il gasolio all’epoca si riversò nella falda freatica, ovvero quella che si trova sopra uno strato impermeabile – il letto della falda – e la sua superficie libera è esposta all’atmosfera, e da qui raggiunse il pozzo di un privato.
A dare l’allarme furono proprio i residenti che confinano con la zona dei serbatoi dell’ospedale. Nell’aria si sentiva da giorni un odore persistente di idrocarburi. Poi, la conferma che il problema poteva avere una dimensione imprevista. Ci fu chi annaffiando il giardino prelevando l’acqua dal proprio pozzo si trovò sulle mani una patina untuosa. Ma quale fosse l’origine non era ancora noto. Venne così deciso di raccogliere dei campioni d’acqua in recipienti e di farli esaminare a degli esperti. Il responso non lasciò dubbi, venne accertata la presenza di idrocarburi.
Quel l’imprevisto assunse la dimensione di un problema. Si fece paura. Vennero chiamati sul posto i tecnici dell’Arpat, ma anche il personale dell’Azienda sanitaria e i vigili del fuoco del distaccamento di Piombino.
Furono fatte molte attività d’urgenza per contenere il fenomeno e rimediare all’inquinamento, di concerto con il Comune di Piombino e seguendo le indicazioni dei tecnici Arpat. La direzione dell’ospedale chiese l’intervento della società Permare, società specializzata in bonifiche ambientali di terra e di mare, e furono eseguite le operazioni di svuotamento delle due cisterne da 10mila litri di gasolio ciascuna, che all’epoca servivano per alimentare gli impianti di riscaldamento di Villamarina. Da allora sono state fatte delle modifiche e l’impianto ormai da anni funziona a metano. Resta un terzo serbatorio in servizio, mantenuto in opera perché serve al gruppo elettrogeno, da attivare in caso di blackout elettrici, ma è di recente installazione, esterno ed ha un bacino di contenimento di eventuali perdite.
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