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Storia e turismo

Ville imperiali a Portoferraio: quando partono i lavori e il periodo d’apertura del museo in centro

di Luigi Cignoni

	 



	Il rendering della residenza di San Martino
  Il rendering della residenza di San Martino

Illustrato il progetto redatto dalla Direzione regionale Musei nazionali Toscana del Ministero della Cultura

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PORTOFERRAIO. Il 10 maggio il museo napoleonico de’ Mulini sarà off limits alla fruibilità dei visitatori (riaprirà alla prossima stagione turistica). Inizieranno infatti ufficialmente i lavori di restauro alla residenza di rappresentanza dell’Imperatore sita nel centro storico della città. Lo ha detto Stefano Casciu, direttore della Direzione regionale Musei nazionali della Toscana, in occasione della conferenza stampa tenutasi nel Salone delle Feste ai Mulini. Cui hanno preso parte Andrea Camilli, direttore delle due residenze napoleoniche all’Elba, Luca Gulli, responsabile unico del progetto di restauro e i progettisti dello studio Bellesi Giuntoli, Silvia Bellesi e Lorenzo Pacini, accompagnati dal sindaco di Portoferraio Tiziano Nocentini e dal vicesindaco Claudio De Santi.

Ma prima dell’apertura dei cantieri, le due ville saranno disponibili il Primo Maggio e dal 4 maggio ingresso gratuito per tutte le celebrazioni della “Settimana napoleonica”. Per sopperire a questa indisponibilità de’ Mulini, ci sono altri siti d’interesse storico, come ha ricordato Nocentini, quali le Fortezze medicee con Forte Falcone, i musei civici, il teatro dei Vigilanti. Stefano Casciu ha illustrato il progetto redatto dalla Direzione regionale Musei nazionali Toscana del Ministero della Cultura per i Musei Nazionali delle Residenze Napoleoniche dell’Isola d’Elba – Villa San Martino e Palazzina dei Mulini, finanziato con l’importante cifra di 1.999.980 euro messi a disposizione dal PNRR, in base agli “Interventi di restauro delle aree a verde, reintegrazione delle connessioni territoriali e adeguamento degli spazi al servizio dei visitatori” e curato dallo studio Bellesi-Giuntoli.

«Abbiamo interpellato ditte specializzate nel genere di interventi che andiamo a realizzare – ha continuato Stefano Casciu – Nei prossimi giorni andremo a concludere e ad affidare gli incarichi». Ad Andrea Camilli il compito di presentare i progettisti che hanno curato gli interventi. «Cercheremo di stare nel crono-programma stabilito (quello della primavera 2026, ndr) – ha puntualizzato il direttore dei musei napoleonici dell’Elba – a costo di comportarmi allo stesso modo di Napoleone, quando pretese e ottene l’ultimazione dei lavori al Salone delle Feste, dormendo nella tenda da campo fuori dalla Villa, per stare vicino agli operai». Sono poi intervenuti i redattori dei lavori di ripristino Luca Gulli, Silvia Bellesi e Lorenzo Pacini. I lavori alla Palazzina dei Mulini prevedono l’intervento di restauro di numerose aree, come derivato dalla valutazione del contesto generale, della storia del sito e dello stato fitosanitario della componente vegetale: a partire dalla aiuola e dalla area verde di ingresso si estenderanno al parco e al giardino pubblico, al camminamento del teatrino e dei bastioni, al Giardino di Minerva, al giardino murato e a quello terrazzato.

L’antica disposizione di questo giardino che si estende su una superficie di circa 5.000 mq e si affaccia sulla scogliera con una vista unica sulla rada. Si parla di ricostruire la memoria storica del luogo, come i terrazzamenti situati nella parte più alta del giardino, da cui è possibile godere della vista sul mare, il giardino murato e l’edificato di Portoferraio con il Forte Falcone, probabilmente in passato furono utilizzati a orto e frutteto. In quest’area Napoleone fece collocare peschi (poppa di venere), bergamotti autunnali, cedri, ciliegi, albicocchi, meli olandesi. Per tale ragione il progetto prevede la rimozione degli arbusti incongruenti con tale destinazione d’uso e la risistemazione dell’area con piante aromatiche ed officinali come rosmarimus officinalis, salvia officinalis, santolina chamaecyparissus, lavandula stoechas. A San Martino, che sarà la base del cantiere, si punta sulla conservazione e valorizzazione di quello che sostanzialmente si caratterizza come un parco ottocentesco poiché la Villa e il suo parco sono stati drasticamente modificati dall’intervento di realizzazione della Galleria Demidoff, che ha alterato completamente la relazione tra il modesto edificio originario nel quale soggiornò – brevemente - Napoleone e il contesto circostante testimoniato dall’iconografia storica. I lavori riguarderanno principalmente il ripristino della sentieristica a cui si lega il progetto di fruizione libera del parco della villa che si estende su una superficie di circa 35.000 mq. Nel percorso sono presenti fontane ornamentali, sedute in pietra, vasche, la serra progettata da Adolfo Coppedé e la “Fontana di Napoleone” che sarà restaurata e di nuovo visibile insieme a tutte le zone di interesse naturalistico, assicurandone il libero accesso dai sentieri del parco.

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