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Il progetto

Metanodotto Livorno-Piombino, un’opera lunga 84 chilometri

di Luca Centini
Metanodotto Livorno-Piombino, un’opera lunga 84 chilometri<br type="_moz" />

La nuova infrastruttura garantirà un trasporto di gas più flessibile

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PIOMBINO. Ottantaquattro chilometri e 382 metri. Da Collesalvetti fino al punto di attacco alla rete del gas nazionale di Vignarca, nel territorio comunale di Piombino, attraversando in senso longitudinale da nord a sud i territori delle province di Livorno e Pisa. Un lavoro importante con un obiettivo chiaro: incrementare l’affidabilità e la flessibilità di trasporto della rete del gas esistente.

L’attuale linea costituita da una tubazione da 20 pollici sarà affiancata infatti da una nuova tubazione da trenta pollici in grado di trasportare gas fino a una pressione massima di 75 bar. Ciò non comporterà modifiche alle attività del terminal gas installato sul porto (la progettazione del rifacimento della condotta è stata avviata anni prima rispetto all’arrivo del rigassificatore), ma garantirà una efficienza maggiore delle condotte a terra che in prospettiva sarebbero utilizzabili anche per il trasporto di idrogeno.

L’infrastruttura

Potrebbero iniziare nel corso di questa estate i lavori per la realizzazione del nuovo gasdotto di Snam, progettato da Saipem, della lunghezza di 84,240 km, che fiancheggerà l’attuale metanodotto “Livorno-Piombino DN 400 (16”), MOP 70 bar” in esercizio.

Un’opera importante che alla fine di marzo del 2023 è stata autorizzata con un decreto di Via rilasciato dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e sarà realizzata grazie a un investimento complessivo vicino ai 150 milioni di euro.

«Fanno parte del progetto in esame anche la messa in opera di sette linee secondarie – si legge nella documentazione depositata negli uffici ministeriali – che, prendendo origine dalla linea principale in progetto, garantiscono l’allacciamento al bacino di utenze del comune di Rosignano Marittimo e la rimozione di quattro linee secondarie esistenti».

Insomma, le opere in progetto ricadranno interamente nella porzione occidentale della Toscana e interesseranno i territori comunali di Collesalvetti, Fauglia, Rosignano Marittimo, Santa Luce, Castellina Marittima, Cecina, Riparbella, Bibbona, Castagneto Carducci, San Vincenzo, Campiglia Marittima, Piombino. Si tratta di una rivisitazione del progetto presentato in passato da Snam, autorizzato con un decreto di Via ministeriale nel 2012, ma mai realizzato.

La nuova infrastruttura DN 750, in analogia con il precedente progetto presentato da Snam Rete Gas, insisterà sullo stesso corridoio territoriale individuato dal gasdotto esistente “Livorno-Piombino”.

Il tracciato

Basta sfogliare la documentazione depositata presso gli uffici del ministero per comprendere quali sono le scelte attuate in fase di progettazione. Tra queste la necessità di «ridurre al minimo la lunghezza della condotta, compatibilmente con le caratteristiche dei territori attraversati», individuare «le direttrici di tracciato migliori dal punto di vista dell’inserimento ambientale dell’opera», interessare, «ove possibile, le zone a destinazione agricola, evitando l’attraversamento di aree comprese in piani di sviluppo urbanistico e/o industriale», evitare «le aree suscettibili di dissesto idrogeologico o le aree di rispetto delle sorgenti e dei pozzi captati ad uso idropotabile». Sono solo alcune delle strategie messe in campo dal progettista al fine di limitare il più possibile l’impatto legato all’installazione della infrastruttura.

La direttrice del tracciato, pur ricadendo nello stesso corridoio tecnologico dell'attuale metanodotto in esercizio "Livorno-Piombino", «presenta degli “scostamenti” – si legge – dovuti alla necessità di evitare aree morfologicamente instabili, ulteriori interferenze con l'autostrada A12 e la ferrovia Pisa-Cecina, per aggirare aree periferiche di espansione, per evitare interferenze con colture arboree di pregio, per evitare ove possibile interferenze con gli strumenti urbanistici. Gli attraversamenti delle infrastrutture di trasporto e dei corsi d'acqua richiedono il ricorso all'impiego di tecnologie trenchless (microtunnel, trivellazioni orizzontali controllate e spingitubo). Tali metodologie di attraversamento consentono di preservare integralmente il contesto naturale e vegetazionale presente e di ridurre (o annullare) eventuali interferenze dirette con ambiti territoriali soggetti a tutela paesaggistica e/o ambientale».

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