Il Tirreno

Il caso

Caos al torneo di minibasket a San Vincenzo, la versione di un genitore del Follonica: «Ecco com’è andata»


	Alcuni momenti del parapiglia
Alcuni momenti del parapiglia

E sostiene su quanto accaduto: «Non possiamo permettere che si dia un’immagine distorta dei fatti...»

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SAN VINCENZO. In merito all’episodio di domenica sera, 16 marzo, del parapiglia al torneo di minibasket, uno dei genitori presenti (di cui non indichiamo il nominativo per tutelare il figlio, minore) – al seguito del Basket Follonica – fornisce la sua versione dei fatti. E spiega: «Quanto accaduto a San Vincenzo è stato grave e inaccettabile. Ci siamo trovati in una situazione in cui, oltre a subire provocazioni e aggressioni, siamo stati accusati ingiustamente, cosa che non possiamo accettare».

E va avanti, nella sua versione: «Riconosco che si sarebbe potuto gestire la situazione con maggiore calma e che il nostro tifo è stato a tratti acceso, forse anche non rispettando i dettami del regolamento del minibasket indicato dalla società sportiva Follonica, senza mai offendere nessuno, cosa che è stata riportata da voci tendenziose. Tuttavia, questo non giustifica le accuse e le provocazioni ricevute. Non possiamo permettere che si dia un’immagine distorta dei fatti, facendo credere che siamo stati noi gli unici a creare il problema, quando in realtà abbiamo reagito a comportamenti aggressivi e scorretti da parte delle persone legate alla squadra avversaria», sostiene ancora.

E riflette: «Lo sport dovrebbe essere un’occasione di crescita e rispetto, non un pretesto per conflitti tra adulti. Ci siamo ritrovati in una situazione assurda e probabilmente sarebbe stato meglio rimanere estranei a ogni provocazione sia dentro che fuori dal campo, ma non si può accettare che le colpe vengano attribuite a esclusivamente a noi. Chi ha sbagliato deve assumersi le proprie responsabilità come noi lo abbiamo fatto in relazione al comportamento tenuto non conforme al regolamento e per il quale ci scusiamo con tutti, i bambini in primis. È importante condannare le reazioni esagerate sugli spalti, ma è altrettanto doveroso che la società prenda una posizione chiara anche rispetto alle gravi carenze organizzative del torneo e alla scarsa correttezza dimostrata dalla squadra ospitante», va avanti.

E sostiene nella chiosa: «Le scelte discutibili prese dagli organizzatori hanno dimostrato una gestione inadeguata e hanno contribuito a creare un clima negativo. Minimizzare queste responsabilità significa dare una visione parziale della realtà e tollerare atteggiamenti scorretti che dovrebbero invece essere denunciati con fermezza. È essenziale distinguere i due livelli della questione: da un lato, nulla giustifica il caos creato sugli spalti, ma dall’altro non si può ignorare il ruolo degli organizzatori nel creare tensioni e compromettere lo spirito del torneo. Episodi del genere non devono più ripetersi. È una questione di rispetto e di correttezza».

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