Il Tirreno

Il caso

Elba, sospesa la licenza al Decò per la rissa avvenuta a luglio

di Gabriele Buffoni
Nelle foto l’ingresso della discoteca Decò di Capoliveri e un fermo immagine del video della rissa avvenuta lo scorso 20 luglio (foto Gio’ Di Stefano)
Nelle foto l’ingresso della discoteca Decò di Capoliveri e un fermo immagine del video della rissa avvenuta lo scorso 20 luglio (foto Gio’ Di Stefano)

Attività bloccata per 20 giorni, ma la discoteca è già chiusa

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CAPOLIVERI. Sospesa per venti giorni la licenza della discoteca Decò di Capoliveri. Così il questore di Livorno ha deciso di intervenire in seguito ai fatti avvenuti lo scorso 20 luglio, quando la terrazza del noto locale capoliverese fu teatro di una violenta rissa culminata con un calcio al volto sferrato da uno dei giovani coinvolti e la vittima principale del pestaggio, un 26enne di Portoferraio immobilizzato a terra in quel momento da un addetto alla sicurezza. La rissa fu ripresa anche dai presenti e il video è diventato virale sui vari social network suscitando lo sdegno della comunità elbana.

Un provvedimento sulla carta severo, non fosse che la discoteca è attualmente chiusa (lo è dal 25 agosto) senza prospettiva di riaprire nelle prossime settimane: in pratica, la sospensione della licenza non avrà alcun effetto reale sull’attività del locale. A spingere le autorità a prendere questa decisione è stata la gravità dell’episodio che secondo gli accertamenti dei carabinieri – che nel frattempo hanno identificato e denunciato per rissa aggravata i cinque protagonisti del pestaggio (un 25enne, un 23enne già noto alle forze dell’ordine per reati specifici, un 21enne e un ventenne residenti a Porto Azzurro insieme a un 26enne di Portoferraio) – è stata amplificata dall’inerte condotta del gestore del locale e degli addetti alla sicurezza: nello specifico, nessuno quella notte ha avvisato le forze dell’ordine né ha richiesto l’intervento di un mezzo di soccorso in aiuto al 26enne vittima della rissa, costretto a rivolgersi autonomamente al pronto soccorso di Portoferraio da dove è stato dimesso con una prognosi di 8 giorni.

«Come avrei potuto farlo? Quando sono stato avvisato non c’era già più nessuno – dichiara il titolare del Decò, Giovanni Della Lucia – ricordo bene quella sera, ero presente anch’io all’interno del locale. Ma la rissa vera e propria si è svolta fuori dalla discoteca: quando mi hanno avvertito sono uscito subito anch’io per valutare la situazione e tutti i ragazzi coinvolti erano spariti. Compresa la vittima di quanto avvenuto – chiarisce Della Lucia – che si è allontanato autonomamente prima che potessi rendermi conto della situazione, tant’è che la sua prognosi è stata di soli otto giorni».

Sulla sospensione della licenza il titolare della discoteca capoliverese si dice «sorpreso di questo provvedimento, di cui non posso far altro che prendere atto e accettare – chiarisce – solitamente si applica questo articolo ai locali per evitare che si protraggano o si ripetano eventi violenti: noi però siamo chiusi – ribadisce – anche volendo non ci sarebbe stata occasione che un fatto simile avvenisse nuovamente al Decò». Tra le motivazioni presentate dalla questura a sostegno della misura adottata, anche la mancanza di impianti di videosorveglianza nella discoteca: un elemento, sostengono dalla questura di Livorno, che avrebbe potuto costituire un valido deterrente per reati di questo genere e che soprattutto avrebbe agevolato le indagini dei carabinieri della compagnia di Portoferraio che hanno impiegato oltre un mese per risalire all’identità di ciascun protagonista del pestaggio e ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Proprio a completamento di questa attività dei militari, il questore aveva già notificat a due dei cinque giovani denunciati il daspo urbano (ovvero il divieto di accesso alle aree urbane) per due anni mentre gli altri tre dovranno scontarne un solo anno.

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