Piombino, l’ex assessore Parodi: «Firmata la fine del punto nascita».
«Senza alternative, invertito l’atteggiamento sulla battaglia per l’ospedale»
PIOMBINO. «Il documento votato dalla maggioranza in consiglio sulla riorganizzazione dell’ospedale unico tra Piombino e Cecina decreta il definitivo depotenziamento di Villamarina, avvenuto nell’immobilismo di questi 4 anni, e va a discapito della cittadinanza su una materia, la salute pubblica, vitale per tutti i cittadini della Val di Cornia». Ad parlare è Giuliano Parodi ex assessore all’urbanistica (già vicesindaco e assessore alla cultura) , fino a poco tempo nella giunta Ferrari. Inaccettabile, per Parodi: «Cedere proprio adesso sul punto nascita».
«Il paradosso dell’ultimo documento prodotto dai sindaci e presentato come rivoluzionario e risolutivo – dice – sta nel fatto che un documento analogo, più dettagliato, era già stato redatto nel 2018 e votato nell’assemblea della Società della salute il 24 ottobre 2019. Qui, oltre a descrivere il piano di riordino dell’ospedale unico, si dava mandato per la creazione di una commissione tecnica al fine di tradurre in azioni fattibili le iniziative politiche: visto l’esito mi pare ovvio che era carta straccia. Sorpreso – prosegue – che le amministrazioni di Piombino e della Val di Cornia, ora governate da liste civiche che fino al 2019 si opponevano alla creazione dell’ospedale unico, supinamente sottoscrivano un atto che è depotenziato rispetto al passato e dove si sancisce la fine del punto nascita a Piombino. L’idea dell’ospedale unico – spiega – è nata nel 2015 e trovasi, dopo 8 anni, ancora senza regolamento efficace su come distribuire i servizi sui due presidi, ed approvare l’ennesimo elenco dei desiderata dei comuni, sperando che l’ASL accetti... Ne conosco bene la genesi, l’ho vissuta come sindaco di Suvereto da marzo 2015, ed ho sempre contestato fino ad oggi – sottolinea – questa soluzione che non ho mai ritenuto percorribile: dopo 8 anni i fatti continuano a darmi ragione. Cedere proprio adesso sul punto nascita, nel momento che a livello parlamentare è in discussione la revisione del decreto Balduzzi lo trovo sbagliato: negli atti della Commissione alla Camera dell’aprile 2023, si legge i : prosegue – una valida riflessione sul fatto che il dato che finora ha giocato a sfavore del mantenimento dei punti nascita a piccolo volume di attività è stato l’aspetto economico ma utilizzare il solo indice numerico dei 500 parti all’anno appare, oggi più che mai, riduttivo e non appropriato, soprattutto alla luce del contesto demografico nazionale; un punto nascita di piccole dimensioni con personale motivato, formato per le emergenze ostetriche in un ospedale con una buona organizzazione e ben coordinato con un grosso ospedale di riferimento e con Areu/118, può avere risultati uguali se non migliori di un punto nascita a maggior volume di attività ma senza alcune caratteristiche sopra citate. Questa inversione di atteggiamento da parte del sindaco – conclude Parodi – sulla battaglia a difesa dell’ospedale indica la mancanza di idee alternative: più semplice accodarsi all’ennesimo documento pieno di “buoni propositi”, senza avere in questi anni costruito un tavolo di concertazione reale sulle criticità con la Regione e l’ASL, portando avanti, inutilmente, l’ennesima battaglia di bandiera contro la Regione perché incapaci di sostenere un confronto con enti superiori al Comune, motivo per cui ho dato la dimissioni, senza visione strategica difficilmente si risolvono i problemi».