Il Tirreno

Dopo il caso del giocatore

A Piombino solo due defibrillatori a disposizione nelle aree pubbliche

di Gabriele Buffoni
A Piombino solo due defibrillatori a disposizione nelle aree pubbliche

Ben 43 i dispositivi in città ma perlopiù piazzati in impianti sportivi e scuole

23 febbraio 2023
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PIOMBINO. Dispositivi in grado di fare la differenza tra la vita e la morte. Prima di domenica scorsa, quando sul campo da calcio di Ribolla il 27enne venturinese Alessandro Mori (giocatore di calcio del Suvereto) è crollato a terra in arresto cardiaco, i defibrillatori semiautomatici esterni erano più che altro strumenti di colore rosso piazzati agli angoli delle strade o in qualche piazza. Presenti, per legge, in ogni impianto sportivo. Ma niente di più. Dopo il rocambolesco salvataggio di Mori però – il giovane sta meglio ed è ricoverato all’ospedale di Grosseto – i riflettori sono tornati ad accendersi sui DAE. E sulla rete di cardio-protezione che garantiscono.

Solo 2 su 43 a Piombino

Volendo tracciare una mappatura di questi defibrillatori “portatili” nella Val di Cornia, il dato che salta subito all’occhio è quello di Piombino. Sono ben 43 i DAE presenti in tutto il territorio comunale. Ma se a subire un arresto cardiaco è un passante in strada deve augurarsi di accusare il malore in centro città: i defibrillatori in area pubblica – ovvero quelli liberamente accessibili da chiunque – sono soltanto due, uno posizionato in piazza Gramsci e uno all’imboccatura di piazza Bovio. Entrambi gestiti dalla Pubblica Assistenza di Piombino.

Tutti gli altri sono invece piazzati negli impianti sportivi (ben 28: la loro manutenzione è affidata ai singoli gestori) e negli edifici scolastici: 5 scuole elementari, 3 scuole medie e 5 istituti superiori (in questo caso spetta alle dirigenze scolastiche garantirne la cura) . Ma ovviamente, fuori dall’orario di utilizzo delle strutture, questi strumenti restano inaccessibili.

La miglior distribuzione

Nei territori di San Vincenzo e Campiglia invece i numeri sono più bassi rispetto alla città dell’acciaio, ma la distribuzione di questa rete di cardio-protezione appare più adeguata. Questo perché – al di là di impianti sportivi, scuole, sedi delle associazioni di soccorso e uffici comunali – sono presenti più defibrillatori in zone pubbliche come piazze o strade. Cinque, per la precisione, in ciascuno dei due comuni.

A San Vincenzo – su 16 dispositivi – ci sono DAE a libero accesso in via Matteotti (all’incrocio con via del Castelluccio) , nell’area del porto (presso il circolo nautico) , nella zona pedonale del centro accanto alla farmacia, nel piazzale dei Benvenuti (il parcheggio a nord del paese) e uno anche a San Carlo.

Nel Comune di Campiglia i primi due defibrillatori pubblici furono installati nell’agosto 2018 a Venturina grazie al progetto “paese sicuro” in collaborazione con la Croce Rossa e la Misericordia a cui si accodarono poi altre associazioni e realtà private: furono posizionati nell’area Ztl in via indipendenza e sul viale delle Terme. Nel capoluogo il primo DAE pubblico arrivò nel febbraio 2019 e da allora si trova in piazza della Repubblica. A cui poi si sono aggiunte altre due postazioni nelle frazioni di Cafaggio e Lumiere. In tutto i defibrillatori presenti nel comune sono 19.

Gli altri centri

A Suvereto sono 6 in tutto i defibrillatori presenti, di cui tre in aree pubbliche (nei giardini di piazza Vittorio Veneto, in piazza Gramsci e presso il Circolo Arci “San Lorenzo”) mentre a Monteverdi i dispositivi accessibili a tutti sono due su quattro totali (in piazza del Convento e in via Roma, a Canneto) . Uno solo – e pubblico – quello presente a Sassetta, fuori dall’ufficio informazioni turistiche in via di Castagneto la cui manutenzione «è effettuata ogni anno – spiega il sindaco Alessandro Guarguaglini – prima dell’avvio della stagione turistica e quindi dei tanti ciclisti».

Utilizzo e costi del corso

Resta però un fatto: di fronte all’emergenza, bisogna saper usare lo strumento. E per farlo c’è bisogno di un corso il cui costo «se eseguito da un istruttore privato si aggira almeno sui 150 euro a persona – spiega il presidente della Croce Rossa di Suvereto Fausto Micheli – mentre attraverso le associazioni i costi sono di solito un poco più bassi. Ad ogni modo – dichiara – chiunque, specie se non abilitato, di fronte a un’emergenza deve chiamare il 118: sarà l’operatore a dare istruzioni su come e se è necessario l’uso di un Dae nel caso specifico».

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