Il Tirreno

Portoferraio

Elba, massacrato a bastonate a 53 anni nello scantinato: arrestato il presunto assassino – Video

di Stefano Taglione
Elba, massacrato a bastonate a 53 anni nello scantinato: arrestato il presunto assassino – Video

Un testimone ha raccontato il pestaggio mortale ai carabinieri, il movente la richiesta di andare via. Dopo il massacro l’aggressore è andato tranquillamente a dormire

02 febbraio 2023
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PORTOFERRAIO. È stato picchiato e massacrato a bastonate. Colpito anche con una pentola di metallo e una valigia. Per essere poi privato dell’orologio e del telefonino una volta morto. Il movente? La vittima gli aveva chiesto di andarsene dallo scantinato. È stato ucciso al culmine di una lite Angelo Carugati, il cinquantaduenne portoferraiese – originario di Milano – trovato cadavere ieri notte nel suo dormitorio di fortuna nel centro storico di Portoferraio. La violenza sarebbe cominciata alle 2.30, alla richiesta di abbandonare l’alloggio. Ad ammazzarlo – prima con calci e pugni e poi con un bastone, una pentola e una valigia – il ventitreenne Mounir Ghallab, fermato nella stessa nottata dai carabinieri. Il giovane, dopo il delitto per il quale è accusato, sarebbe tranquillamente andato a dormire. Il presunto assassino – secondo quanto ricostruito – dopo avergli tolto la vita lo avrebbe spogliato degli oggetti di valore (l’orologio e il cellulare) e avrebbe indossato al polso il suo orologio, con il quale è stato ritrovato dai militari dell’Arma poco dopo. A casa, inoltre, aveva il cellulare della vittima.

Il testimone chiave

È grazie a un testimone chiave che gli inquirenti – coordinati dal sostituto procuratore Niccolò Volpe, che in mattinata ha effettuato un sopralluogo sulla scena del crimine – sono riusciti a ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto, che ha consentito il fermo per indiziato di delitto nei confronti del ventitreenne elbano, di origine marocchine – difeso di fiducia dall’avvocato Nicola Giribaldi – che all’Elba è cresciuto e ha anche frequentato le scuole superiori, il Cerboni. Il testimone chiave, una terza persona, aveva infatti cenato insieme a Ghallab e Carugati, poi vittima e assassino sarebbero andati a dormire nello stesso letto. La violenza si è scatenata quando il cinquantaduenne ha chiesto al ventitreenne di andarsene. Il testimone – stando a quanto ricostruito – è stato presente all’inizio della lite e sarebbe andato a chiedere aiuto per due volte alla polizia di Stato, prima alle 2.15 per ritornarci alle 3.30. Le forze dell’ordine hanno poi trovato Carugati morto. Inutili, purtroppo, i soccorsi immediati dei volontari della Pubblica assistenza di Portoferraio, che con il medico del 118 non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Il cinquantatreenne milanese, stando a quanto ricostruito, in passato avrebbe lavorato nelle cucine di alcuni ristoranti dell’isola e ultimamente si sarebbe arrangiato con alcuni lavori al porto. Viveva in alloggi di fortuna, anche sotto i ponti.

Il movente

Stando a quanto ricostruito dagli investigatori all’origine del delitto la richiesta di Carugati, fatta a Ghallab, di andarsene. I due infatti stavano dormendo sullo stesso letto quando la vittima ha preteso che il ventitreenne se ne andasse, alla presenza del testimone (un elbano) che stava dormendo sul divano. Quest’ultimo avrebbe provato a dare l’allarme, chiedendo aiuto, ma per salvare il cinquantaduenne era già troppo tardi.

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