Vele Spiegate fa rotta su Campo Lo Feno, il paradiso selvaggio attaccato dal polistirolo

Vele Spiegate fa rotta su Campo Lo Feno, il paradiso selvaggio attaccato dal polistirolo

L’ultima missione dei volontari di Legambiente e Diversamente Marinai La spiaggia gioiello del versante occidentale alle prese con i rifiuti 

25 agosto 2019
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diario di bordo

Quella di Campo Lo Feno è una lunga spiaggia di sassi grossi, invisibile da terra e che dal mare si confonde con la costa a picco, sovrastata da un’enorme roccia e apparentemente inaccessibile, ma che è invece raggiungibile da un ripido sentiero che scende dalla strada provinciale, tra Patresi e Chiessi, in mezzo a vigneti curatissimi che si sfaldano piano in macchia mediterranea bassa e terra friabile.

È la meta inedita dei volontari di Vele Spiegate – l’iniziativa di Legambiente e Diversamente Marinai della quale Il Tirreno è media partner – che, accolti dallo schiamazzo dei gabbiani, raggiungono la riva entusiasti, alcuni a nuoto altri col tender, e convinti che non avrebbero trovato molti rifiuti in questo paradiso nascosto. «Ed effettivamente – dice una volontaria – a prima vista, i 200 metri di spiaggia sembravano puliti! Eravamo fiduciosi che in questo angolo selvaggio la natura fosse stata graziata dall’invasione umana. Allo sbarco si vedono solo grandi tronchi d’albero, enormi massi e, appena arrivati, i bagnanti ci guardano inizialmente quasi seccati. È la prima volta che troviamo un’accoglienza così fredda e una spiaggia così vuota... le altre volte siamo stati accolti con calore e solidarietà tipo lo sbarco dei Mille. Ma con le camicie gialle! Bastano pochi passi per renderci conto che il polistirolo, nemico fastidioso e invincibile, è sempre lì in agguato che gioca a nascondino tra sassi a volte irremovibili. Sembra la ricerca di funghi o tartufi: ma non sai se essere felice perché trovi qualcosa e ti senti utile o triste per il comportamento umano. Una sconfitta quando il sasso non si può spostare, quando il polistirolo si sfalda tutto. Perché ci sono ancora dei pescatori che buttano pezzi di cassette di polistirolo in mare? E perché si usa ancora il polistirolo per le cassette per i pesci?». Un volontario aggiunge: «Tra i grandi massi sotto la roccia il lavoro di raccolta di polistirolo è interminabile, più ne raccogli più ne viene fuori. Eravamo in 4 solo in un punto di 2 mq e siamo rimasti lì più di 30 minuti! All’estrema sinistra della spiaggia, c’è un dinosauro disegnato su una pietra. Una ragazza del gruppo osserva che la nostra plastica impiegherà più del dinosauro a diventare fossile!». Poi inizia la conta e la catalogazione dei rifiuti, dati che andranno al Parco nazionale dell’Arcipelago toscano, Enea e Università di Siena. Il solo polistirolo raccolto ha riempito 5 sacchi, migliaia di pezzi, poi ci sono mozziconi di sigarette, ferraglia, ciabatte, bottiglie, tappi, coltelli, palline da tennis, tutto verrà ritirato da Esa che è uno degli sponsor tecnici di Vele Spiegate insieme a Novamont. Acqua dell’Elba, TraghettiLines, Unicop Tirreno ed Esaom Cesa. Ma la conclusione di questa giornata che a volte ha sconcertato i volontari è una bella sorpresa: «Mentre siamo lì raccolti a fare il conteggio dei rifiuti, una delle coppie di bagnanti mano nella mano viene a portarci del polistirolo che ha raccolto. Siamo stupiti. Le buone azioni sono contagiose. Anche loro, apparentemente distanti all’inizio, si sono lasciati coinvolgere». —

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