Taglio di pini nell’area scavi Proteste social
Ricavata una via d’accesso con l’ok degli esperti L’agronomo: «L’area privata resta un problema»
PIOMBINO. Rami e tronchi accatastati al margine della strada in terra battuta. Ovunque la (solita) spazzatura - ciabatte, scarpe, plastica, bottiglie di vetro - riscoperta tagliando l’erba alta. Appena conclusa la sistemazione e messa in sicurezza della via d’accesso allo scavo archeologico di Poggio del Molino, ma ancora non è stata fatta pulizia. Il taglio di così tanti pini ha preoccupato numerosi piombinesi finalmente a passeggio col sole domenica scorsa, con immediata pubblicazione social di immagini dell’area.
L’intervento però sarebbe previsto da tempo; anzi, dopo l’adeguato dell’impianto d’illuminazione nel 2017, rappresenta un altro passo avanti per il progetto di archeologia condivisa dell’associazione culturale Past in progress–“Archeodig” per rendere più accessibile il parco dove gli esperti sono impegnati tutta l’estate. Progetto di cui si parlerà domani al museo etrusco di Populonia, collezione Gasparri, nell’abito del convegno dedicato al patrimonio culturale e alle forme di sostegno e collaborazione tra pubblico e privato (dal titolo “Il valore della cultura” dalle 9 alle 18). La giornata è organizzata dal Lions Club di Piombino.
Ci saranno anche l’assessore alla cultura di Piombino Paola Pellegrini e Carolina Megale voce di Archedig: dal 2008 impegnata sullo scavo di Poggio del Molino, a fianco del Comune nel 2014 quando l’area di scavo è stata espropriata tornando alla città; ora anche direttore scientifico del museo etrusco di Populonia. «Poggio del Molino è un luogo fantastico – dice Megale –, un insediamento romano denso di storia che nel II secolo a.C. fu una fortezza di difesa dagli attacchi dei pirati, trasformata poi in fattoria con grandi vasche per la produzione del famoso garum, la salsa di pesce tanto amata dai Romani e infine completamente ristrutturata tra il II e il III secolo d.C. per diventare una lussuosa villa marittima, di cui si conservano le terme e il quartiere residenziale con splendidi pavimenti a mosaico. Abbiamo già cominciato le visite giornaliere con le scuole – aggiunge – . Lo scavo vero e proprio riprenderà a fine maggio sempre con i nostri volontari, studenti americani. New entry sarà un periodo di studio del Whitman college di Walla Walla. Poi ancora studenti per alternanza scuola-lavoro tra giugno e settembre. Proseguiranno anche i restauri dei mosaici».
Legna accatastata, pini tagliati. Situazione attuale che colpisce e preoccupa comunque; anche perché sembra che ci siano ancora pini pericolanti. «Ma il nostro diradamento della pineta si è concluso – spiega l’agronomo Stefano Bologna che ha curato il progetto per Archeodig –. Per questo è stata fatta un’autorizzazione paesaggistica dal Comune, attraverso l’apposita commissione, poi quella della forestale Unione montana dei Comuni Colline metallifere, dopo il sopralluogo dell’ispettore. Resta – prosegue – la difficile convivenza tra l’area dello scavo e quella privata dove c’è una vasta pineta abbandonata, con molti alberi già caduti a terra. Ancora una volta solo il Comune può richiamare ai necessari interventi la proprietà svizzera che però non risponde mai. Abbiamo ripulito – dice Bologna – anche la zona a ridosso del filare sempre sulla strada verso l’area archeologica. E prima di avviare il taglio c’è stato il sopralluogo con la ditta incaricata e il corpo forestale dello stato, cioè i carabinieri forestali per definire cosa tagliare. Subito dopo il taglio, due weekend di venti eccezionali hanno addirittura sradicato altri pini». Valido che le persone abbiano tempo libero per controllare città e territorio. Sui social nei giorni scorsi sono state molte le grida di allarme per la vegetazione estirpata, che in effetti è di notevole quantità. Ma a quanto pare tutte le ispezioni degli esperti e delle forze dell’ordine che si occupano di ambiente hanno dato responso positivo al taglio.