Il Tirreno

Il Parco vuole eliminare il muflone dall’isola

di Luca Centini
Mufloni sul territorio elbano
Mufloni sul territorio elbano

Via libera dal consiglio direttivo all’eradicazione della specie introdotta negli anni Ottanta a scopo venatorio

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PORTOFERRAIO. I mufloni saranno cancellati dal territorio dell’isola d’Elba. È questa la nuova linea d’azione assunta dal consiglio direttivo del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano nel corso della riunione che si è tenuta lunedì a Pianosa. Il giro di vite giunge dopo anni in cui il Parco ha tentato di limitare i capi di ungulati sul territorio elbano: un’azione che, evidentemente, non è bastata a gestire l’emergenza procurata dai mufloni, responsabili assieme ai cinghiali di numerosi danni alle colture e alla biodiversità.

All’atto di indirizzo approvato dal consiglio direttivo dovrà seguire un piano pluriennale di abbattimenti che sarà sottoposto all’Ispra e nel giro di qualche anno dovrebbe portare all’eradicazione del muflone, specie alloctona introdotta all’Elba da alcune decine di anni a scopo venatorio.

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Nella delibera che ha ottenuto l’ok del consiglio direttivo si sottolinea come nell’area protetta dell’Isola d’Elba sia «presente una popolazione naturalizzata di muflone (Ovis aries) originata da individui introdotti negli anni 80 nel territorio comunale di Marciana» e che quindi si tratta di una popolazione «alloctona al sistema naturale dell’Isola». Non è semplice capire quanti siano i capi di muflone ad oggi presenti sul territorio elbano. Ma è chiaro che occorreranno alcuni anni per poter azzerare la popolazione di questa specie di ungulati.

«Si tratta di un atto di indirizzo che il consiglio direttivo ha approvato e a cui seguiranno ulteriori atti – racconta il presidente del Parco, Giampiero Sammuri – il muflone è una specie non autoctona, per le quali sono state introdotte delle nuove normative a livello europeo. Da anni abbiamo seguito assieme all’istituto nazionale della fauna selvatica la popolazione dei mufloni sul territorio elbano, contendo il numero di capi con un piano di riduzione, con abbattimenti pari al 75% dei capi avvistati. Questa strategia, tuttavia, non può considerarsi sufficiente, per questo riteniamo l’eradicazione la strada da seguire».

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Il piano avrà efficacia sul territorio elbano compreso entro i confini del Parco, mentre non è dato sapere come le altre istituzioni si muoveranno fuori dai confini dell’ente. «Le competenze in materia di fauna selvatica sono passate dalla Provincia alla Regione – fa sapere Sammuri – siamo disponibili a incontrare chiunque sia interessato a risolvere questo tipo di problema».

È chiaro che l’uniformità di strategia peserà e di molto sull’efficacia del piano di eradicazione, tendo conto che in questi trent’anni dall’introduzione del muflone a scopo venatorio non tutti gli enti hanno messo in campo lo stesso impegno per tenere il numero dei capi sotto una soglia di sopportazione. Il muflone è considerato responsabile di un gran numero di danni alle colture e alla vegetazione dell’isola. Danni che sono imputati anche ai cinghiali, altra specie introdotta alcune decine di anni fa sull’isola. È proprio di queste ore un’ordinanza del Comune di Marciana che, proprio per limitare i danni alle colture, ha dato il via libera a un piano straordinario di abbattimenti che compierà assieme all’Atc locale.
 

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