Il Tirreno

La rassegna

Successo per “Autunno nel calice”: 17 aziende e buyer per i vini della Val di Cornia

di Sara Chiarei

	Becchi e Petricci
Becchi e Petricci

La manifestazione è stata organizzata dal Consorzio Vini Suvereto Val di Cornia, per far conoscere i prodotti delle aziende associate

3 MINUTI DI LETTURA





SUVERETO. Ancora una volta è stata la Cantina Petra la prestigiosa location di "Autunno nel Calice". Un evento giunto alla sua quarta edizione, organizzato dal Consorzio Vini Suvereto Val di Cornia, e finalizzato a far conoscere i prodotti delle aziende associate ai possibili buyers, rinsaldando i legami già esistenti e costruendone di nuovi.

Le eccellenze della Val di Cornia

I buyers ai quali ci si rivolge sono operatori del settore della ristorazione (appartenenti ad una forchetta geografica che spazia tra Cecina e Follonica) il cui ruolo, dicono dal Consorzio, deve andare sempre più nella direzione di proporre al pubblico vini anche meno conosciuti ma ugualmente carichi di grande dignità e di una narrazione in grado di esaltare il nostro territorio.

Diciassette le aziende agricole presenti, rappresentanti alcune delle eccellenze della Val di Cornia. «Il Consorzio - dice Daniele Becchi, direttore del Consorzio - mette in piedi una progettualità all’interno della quale le aziende sono chiamate a dialogare e fare rete tra loro. La piccola etichetta può trovare la propria strada per emergere tramite un marchio collettivo capace di far decollare il territorio in cui si trova. Perciò, si deve credere in queste realtà e dare loro fiducia».

L’educazione alla materia

E ancora: «In tal senso - prosegue Becchi - credo sia necessaria una maggiore educazione su questa materia: sia per raccomandare il consumo consapevole di cui il Consorzio si fa sempre portavoce, sia perché ritengo giusto che i ristoranti propongano anche vini meno conosciuti prodotti dalle piccole cantine del territorio, piccole realtà ma non per questo meno meritevoli di altre. Una scommessa che aiuterebbe gli stessi locali a differenziarsi maggiormente tra di loro».

Ma il vino, da sempre, è anche sinonimo di convivialità e non solo quando lo si condivide con gli altri commensali ma già dal momento dell’acquisto. «Ci sono persone disposte a percorrere 50 chilometri pur di venire proprio da te - sottolinea Daniele Petricci, presidente del Consorzio - perché si tratta anche di una questione di fiducia ed empatia. Si tratta di clienti che scelgono di venire appositamente in azienda per scambiare alcune parole o un semplice saluto con noi che produciamo, ed è un fattore da non sottovalutare».

La questione-lusso

C’è tuttavia una questione. Il vino, negli ultimi anni, è passato dalla damigiana al fiasco fino ad essere considerato un piccolo bene di lusso. È il momento, secondo il Consorzio Vini Suvereto Val di Cornia, di spogliarlo di quella veste elitaria che per varie ragioni ha acquisito nel tempo. Contemporaneamente il prezzo del vino è aumentato a causa dei notevoli incrementi dei costi di produzione: dall’energia elettrica alle materie prime fino all’etichettatura, senza considerare tappi e vetro. «Il vino è qualcosa di conviviale che permette la socializzazione - spiega Becchi -. L’immagine eccessivamente alta conferitagli rischia di allontanarlo troppo dalle persone. È tempo di toglierli la giacca e la cravatta per farlo tornare più pop, come è sempre stato».

Primo piano
Il caso

Bientina, spari verso un’auto: colpito un 20enne

di Andreas Quirici