Il Tirreno

Legge di Bilancio

Manovra, ok in commissione: via libera al nuovo maxi emendamento – Pensioni, previdenza, Tfr: cosa cambia

di Redazione web

	Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti
Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti

Salta il cumulo dei fondi complementari ma la Lega assicura una norma ad hoc. Previsto un taglio di risorse per lavoratori precoci e per quelli impegnati in mansioni usuranti

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Salta la possibilità di pensione anticipata con il cumulo dei fondi complementari, cambiano le norme sul Tfr e sforbiciata in arrivo alle risorse per i lavoratori precoci e usuranti. Arriva in calcio d'angolo il pacchetto pensioni alla manovra, approvata in serata in commissione Bilancio al Senato. A spiegarlo il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, apparso per la seconda volta in questa settimana nella Quinta di Palazzo Madama dopo il caos che si era generato in seno alla maggioranza nei giorni scorsi proprio per le proposte sulla previdenza.

Salta il cumulo fondi e pensione

Si parte con lo stop, a neanche un anno dall'applicazione, della norma che permetteva di cumulare la rendita del fondo complementare per raggiungere la soglia minima dell'assegno pensionistico necessaria per accedere alla pensione di vecchiaia. Il tutto con un risparmio complessivo per le casse dello Stato che andrà da 12,6 milioni nel 2026 a 130,8 milioni nel 2035. «Spiace», ha commentato il numero uno del Mef, ricordando che è stata «introdotta l'anno scorso dal nostro governo, ma pare non interessasse nessuno» e quindi «evidentemente non è stata ritenuta strategica».

La Lega però - dopo aver minacciato le barricate sul riscatto della laurea e l'aumento delle finestre mobili nel primissimo pacchetto di modifiche dell'esecutivo - storce il naso: «Era un esperimento» che «agli occhi di qualche tecnico zelante dava origine a futuri oneri, perché avrebbe portato più persone ad ottenere i requisiti secondo quel tipo di parametro e quindi allora se tu disattivi quello, il problema non si pone più per il futuro», ha chiosato il senatore del Carroccio, nonché relatore della finanziaria, Claudio Borghi, secondo cui però quel sistema «non è sbagliato» motivo per cui «faremo una norma ad hoc».

Giorgetti non si dimette

Intanto, a chi gli chiede di dimissioni, Giorgetti ha risposto con ironia: «Ci penso tutte le mattine, sarebbe la cosa più bella da fare». Ma non lo farà: «È la 29esima legge bilancio che faccio so perfettamente come funziona. A me interessa il prodotto finale, non quello che presento io. Noi crediamo di aver fatto delle cose giuste e di lavorare bene nell'interesse di tutti gli italiani, ora tocca al Parlamento», ha sottolineato infatti, subito dopo.

Anticipo pensionistico per i lavoratori precoci

Tra le altre misure sulle pensioni contenute nel maxi del governo, ci sono anche due tagli importanti. Il primo al fondo per l'anticipo pensionistico per i lavoratori precoci, cioè coloro che hanno raggiunto almeno 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni di età. Il testo del ddl bilancio approvato a ottobre dal Consiglio dei ministri, prevedeva un taglio pari a 20 milioni dal 2027, a 60 milioni dal 2028 e a 90 milioni dal 2029. Ora viene introdotta una sforbiciata di 140 milioni a partire dal 2033 (con un aumento, quindi, di 50 milioni), che diventa di 190 milioni a decorrere dal 2034 (dunque 100 milioni in più).

Fondo pensionamento anticipato

Il secondo riguarda invece il fondo per il pensionamento anticipato dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti, che perde 40 milioni a partire dal 2033, passando dagli attuali 233 milioni a 193 milioni annui. A determinare la forma pensionistica collettiva verso cui opera l'adesione saranno gli accordi o i contratti collettivi, anche territoriali o aziendali, con la «devoluzione dell'intero Tfr e della contribuzione a carico del datore di lavoro e del lavoratore nella misura definita dagli accordi»; entro sessanta giorni dalla data di prima assunzione, il lavoratore può comunque scegliere di rinunciare all'adesione automatica. «Una delle forme fondamentali di finanziamento di questa manovra, e soprattutto delle correzione delle cose che si sono dimenticate per strada avviene sulle pensioni», è l'accusa del Partito democratico, con la senatrice dem, nonché ex segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, che si scaglia sia contro la riduzione dei fondi che sull'obbligatorietà della previdenza complementare che vale «per i neoassunti o per coloro che cambiano lavoro e quindi in realtà la si estende per tutti e la si estende attraverso una modalità che non permette ai lavoratori di scegliere il profilo di investimento».

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