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Sventa la truffa ai suoi danni grazie all’aiuto dei carabinieri di Buggiano

di David Meccoli

	Roberta Innocenti nel suo ufficio
Roberta Innocenti nel suo ufficio

Vittima la titolare dell’Autolavaggio Bellavista, Roberta Innocenti. I malviventi si sono spacciati per il servizio online InfoCert e poi per i militari

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Buggiano Un sms dal consueto numero di InfoCert con il quale era solita ricevere il codice di accesso per Spid, Pec e tutti i servizi online legati alle pubbliche amministrazioni (a cominciare dalla Camera di commercio, dato che parliamo di un’azienda). E poi una telefonata, dal numero fisso della locale stazione dei carabinieri. Un mix esplosivo che ha fatto vacillare anche una imprenditrice navigata come Roberta Innocenti, che è riuscita a sventare “last minute” una truffa pianificata nei minimi dettagli.

Di buon mattino, Innocenti si sta recando in auto nell’azienda di cui è titolare, l’Autolavaggio Bellavista di via Livornese di Sopra (impianto aperto dalla famiglia nel 1978 e in cui lei è impegnata fin dal 1990). Sente il suono di un messaggio provenire dal telefonino e legge che è in corso un tentativo di hackeraggio nei confronti del conto corrente legato alla sua società. «Una truffa? Ci ho pensato subito – racconta – però il numero dal quale era arrivato l’sms era il solito con cui InfoCert mi ha sempre inviato le comunicazioni. Per conferma ho anche chiamato il numero con prefisso di Milano indicato nel messaggio e mi ha risposto un operatore confermando il “pericolo hacker” e che a breve sarei stata contattata dalle forze dell’ordine». A fugare ogni dubbio ci ha pensato la successiva telefonata, proveniente da uno 0572 seguito dal numero corrispondente alla caserma dei carabinieri di Buggiano. «Qui ho iniziato seriamente a preoccuparmi – prosegue Innocenti – anche perché la persona con la quale ho parlato, che sapeva il mio nome e si è qualificata come maresciallo De Nicco (nome sicuramente inventato), ha saputo anche rispondere a una mia domanda circa il nome del comandante della stazione. E subito dopo mi ha detto che erano in uscita un paio di bonifici da qualche decina di migliaia di euro, verso la Lituania e verso un soggetto privato, che ovviamente non avevo fatto».

A questo punto però ci sono stati alcuni aspetti che hanno insospettito l’imprenditrice (che pochi giorni fa è stata eletta presidente nazionale del sindacato Assolavaggisti). Va avanti: «Tra una telefonata e l’altra ero arrivata in ufficio ed ero entrata nell’home banking aziendale. Questo passaggio mi ha “salvata”, in quanto il truffatore, con il quale dopo avrei condiviso lo schermo del pc, non ha potuto vedere le credenziali di accesso. Ha così iniziato a “vagare” con il mouse (che io potevo vedere sul display), cercando informazioni sensibili e facendo frettolosamente domande sospette sull’esistenza o meno di limiti economici alle operazioni in uscita e cercando di informarsi sulle modalità di esecuzione dei bonifici istantanei. Ho così inviato un messaggio al comandante della stazione dei carabinieri Lorenzo Guidotti, che conosco: mi ha subito risposto di bloccare tutto, a Buggiano non c’è nessun maresciallo De Nicco». «Desidero ringraziare i carabinieri – conclude – per la professionalità e prontezza. Guidotti mi ha confermato che si trattava di una truffa, permettendomi di disconnettermi giusto in tempo per evitare conseguenze più gravi. Un consiglio? Anche se ricevete una chiamata da un numero che conoscete bene, potrebbe non essere autentica».

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