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Montecatini, l’hotel-mostro sulla collina verso la demolizione. La storia: perché è diventato un simbolo di degrado

di Luigi Spinosi
Montecatini, l’hotel-mostro sulla collina verso la demolizione. La storia: perché è diventato un simbolo di degrado

L’annuncio della Proloco: «Sbloccata la pratica, non ci sono più intoppi»

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MONTECATINI. Per il “Frankenstein della Valdinievole” potrebbe essere arrivata – finalmente – l’ora dell’addio. E non sarà il fuoco a decretarne la fine, come nel romanzo di Mary Shelley, ma le ruspe. Si, perché il mostro in questione è il “Paradiso”, che non può nemmeno essere definito hotel, visto che quando venne costruito, ormai parecchi decenni fa, non ha mai aperto i battenti, passando quasi istantaneamente da opera finita a opera in abbandono. Un enorme complesso architettonico di vetro e cemento che, nelle condizioni in cui si trova, metterebbe a disagio anche in una periferia dimenticata. Figuriamoci l’effetto può fare a Montecatini Alto dove fu costruito, e da cui domina gran parte della Valdinievole, come un pugno in un occhio sferrato a chi guarda lo skyline.

A dare la notizia della sua probabile eliminazione il consigliere della Pro Loco di Montecatini Alto Gianluca Fiorini che da tempo segue le vicissitudini del (mai nome fu meno azzeccato) Paradiso. Facendo seguito a una comunicazione che lo stesso Fiorini aveva ricevuto lo scorso ottobre dall’Anbsc, l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata (sì, perché non ci facciamo mancare proprio nulla in questa storia), in cui si spiegava che quell’edificio poteva essere abbattuto, nei giorni scorsi i rappresentanti della stessa Agenzia sono arrivati a Montecatini per valutare come muoversi.

«Sono saliti in settimana da Roma e ho finalmente incontrato i referenti dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità – spiega infatti Fiorini – ricordo che il bene è oggi di proprietà dello Stato. La storia è lunga ed ho scritto molto sul tema. Come ricorderete però, il 17 ottobre 2024 ebbi conferma scritta, con una e-mail dedicata dal Coadiutore dell’Anbsc, sull’inesistenza di norme che precludano l’abbattimento, totale o parziale, di immobili confiscati. Fino ad allora questa possibilità di azione era ignota. Al contrario, e addirittura, ai sensi del cosiddetto codice antimafia, “Nelle ipotesi previste dalle norme in materia di tutela ambientale e di sicurezza, ovvero quando il bene sia improduttivo, oggettivamente inutilizzabile, non destinabile o non alienabile, l’Agenzia, con delibera del Consiglio direttivo, adotta i provvedimenti di distruzione o di demolizione”».

Insomma, abbattere il mostro? Si può fare, e questo lo si era scoperto pochi mesi fa. Adesso restava da capire se c’era la volontà e come fare. E la visita a Montecatini fa ben sperare chi vorrebbe veder scomparire quell’opera: «L’ispezione appena effettuata, con i vari tecnici all’opera, anche e soprattutto all’interno dell’immobile – prosegue Fiorini – è stata fondamentale per iniziare seriamente a studiare una potenziale soluzione progettuale. Vedere l’esterno fa effetto, ma l’interno per certi versi è stato impressionante (e non riportabile). Sono in contatto con chi deve fare ora tutte le valutazioni tecniche del caso, e manterrò altissima l’attenzione per cercare di arrivare ad un progetto condiviso con i vari portatori di interesse».

Il “mai-hotel” Paradiso fu confiscato nel 2001 a una società riconducibile alla banda della Magliana, e da allora si sono avanzate tante idee su un suo possibile recupero e utilizzo, ma solo teoria, niente pratica. Nel frattempo l’immobile, che già da nuovo stonava parecchio con il contesto, è andato via via degradandosi sempre di più e sempre più velocemente. Pensare a un suo recupero non è economicamente pensabile, i costi sarebbero equiparabili se non maggiori di quelli di una costruzione ex novo. La soluzione migliore è quella dell’abbattimento e del recupero dell’area. Operazione comunque non facile, viste le dimensioni dell’edificio e anche la sua posizione, che non rende certo facile lavorare. Ma l’alternativa è aspettare che ci pensi il tempo a fare tabula rasa.

 

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