Il giallo
Montecatini piange Alfio Dal Porto, una vita per la città e lo sport: la tragedia mentre era in vacanza all’Elba
Toccante lettera dell’ex sindaco Bellandi di cui fu collaboratore. Ex dipendente del Monte dei Paschi, lascia la moglie e la figlia
MONTECATINI. La città, ieri, si è svegliata più sola, più povera. Si è svegliata ferita per al notizia arrivata da al di là del mare, dall’Isola d’Elba, dove Alfio Dal Porto era in vacanza e dove un malore improvviso lo ha colpito portandolo via dalle tante persone che gli volevano bene. Nato a Lucca 79 anni fa (a febbraio 2026 avrebbe tagliato il traguardo degli 80 anni), Alfio Dal Porto era però un “montecatinese dentro”. Ex dipendente del Monte dei Paschi, era un grande appassionato di sport, di tutti gli sport, contribuendo a portare a Montecatini molte iniziative di grande rilievo. Una su tutte, i mondiali di ciclismo del 2013, ma anche il torneo mondiale di basket Fimba nel 2017, e tante, tante altre ancora.
In particolare sotto questo profilo era stato stretto collaboratore dell’allora sindaco Giuseppe Bellandi (che aveva anche sostenuto in campagna elettorale con la lista MontecatineSì). E tra nel lungo elenco di messaggi cordoglio, pubblichiamo proprio la lettera che l’ex sindaco Bellandi ha voluto dedicare all’amico: «Non avrei mai voluto scrivere queste parole perché la perdita di una persona cara impone giustamente silenzio e stringersi insieme per superare il dolore della perdita, pregando chi crede nella misericordia del Signore o laicamente ricordando i momenti condivisi nel corso della vita insieme, quelli felici e quelli difficili, ma sempre nel ricordo di chi ci ha lasciato. Credo sia così per tutti ma ci sono persone che come Alfio hanno dato tanto alla loro comunità e allora, non solo come amico ma anche come ex personaggio pubblico, vorrei ricordare a tutti un po’ di quello che hai fatto e dato per gli altri per la sua famiglia certo ma anche per la tua città per la tua comunità. Ebbene Alfio ha molto dato tanto davvero e poco gli è stato riconosciuto da persona schiva ed educata qual era, che conosceva il fare e non l’apparire, come diceva Gino Bartali tanto per rimanere nel suo amatissimo ciclismo “le cose si fanno non si dicono”. Per questo vorrei ricordare quanto ci ha aiutato nel mondo dello sport, criticato perché non aveva incarichi istituzionali, ma sempre pronto a correre per aiutare dalle grandi manifestazioni a quelle più piccole e paesane(mercoledì era con me in pineta per la piccola manifestazione dei bambini in mountain bike, e per lui era come una tappa del Giro)e faceva davvero tutto con entusiasmo e professionalità e umanità uniche. Con lui per la nostra città ho girato il mondo e, ve lo posso dire, sempre a spese nostre a partire dalla lunga trasferta in Australia per i mondiali del 2013, dove era persona importante e insostituibile nel comitato locale, così come quando mi accompagnava nelle trasferte da presidente delle città termali europee diventando in quattro balletti amico di tutti. “Scusa, permesso e grazie” sono sempre state le nostre tre parole chiave dette con sincerità e anche con autorevolezza, guardando negli occhi le persone orgogliosi di rappresentare lo spirito della nostra Montecatini. E tanto abbiamo condiviso anche quando le cose non andavano per il verso voluto, prendendoci sempre la nostra responsabilità e soffrendo anche per quanto non riuscivamo a concludere. Alfio era sempre attento anche ai bisogni dei più deboli e questo lo faceva davvero senza mai apparire magari tirando fuori qualche piccola somma per aiutare chi aveva bisogno anche di mettere sotto i denti un pezzo di pane, ma lo faceva eccome e in silenzio, con la sola ma immensa soddisfazione di un sorriso e di un grazie sincero che solo chi ha bisogno sa dare. Ora che ci hai lasciati tutti più soli è giusto che i nostri cittadine e cittadini lo sappiano e che il “grazie Alfio” salga alto al cielo come te lo meriti. Un abbraccio a Mattia, Francesca e alla splendida Giuliana con la quale hai passato una vita insieme che ti porteranno come tutti noi sempre nel cuore e se, come spero, ci guardi da lassù, perché un posto te lo sei meritato eccome, ricordati di aiutarci sempre e di tenerci anzi voglio essere un po’ egoista una sedia libera accanto a te al tuo tavolo, alla tua sinistra perché da destra sono come ben sai un po’ sordo. Arrivederci e un abbraccio».
Domani alle 10, alla chiesa di Sant’Antonio, sarà celebrato il funerale di Alfio Dal Porto. Alla moglie Giuliana e alla figlia Francesca va l’abbraccio di tutta la redazione.
Luigi Spinosi
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