Punto nascite all’ospedale di Pescia, “anniversario” dei tre anni di chiusura. «La politica non ha alcun interesse»
La dismissione del reparto al Cosma e Damiano nel giugno del 2022
Pescia Il primo giugno del 2022 il punto nascite all'ospedale Cosma e Damiano di Pescia chiudeva. Ma con la rassicurazione da parte di Regione e Asl di riaprire al più presto il servizio. Al massimo entro il primo gennaio del 2023, si affrettava a dire la politica in quei giorni.
Da allora sono passati tre anni e la questione è precipitata in un assordante silenzio. A nulla è valsa la completa riqualificazione del reparto, avvenuta nel 2018 a fronte di un investimento complessivo di un milione di euro. A nulla sono valsi i concorsi per reintegrare il personale e poter garantire la riapertura subito dopo l’estate. Tanto più che per le professionalità richieste (medici ginecologi e pediatri) nessuno si è dichiarato disponibile a venire a Pescia. L'interruzione del servizio, nel 2022, era stata determinata dal fatto che l’anno prima, il nosocomio pesciatino era sceso sotto la fatidica soglia dei 500 parti, 459 per l'esattezza, per cui l'Asl ha dovuto chiedere la deroga al ministero della Salute. Le disposizioni ministeriali (Dm 70/2015) prevedono, infatti, l’obbligo di un percorso autorizzativo per il mantenimento del punto nascite che non raggiunge il limite dei 500 parti annui, per il quale è stata inviata una dettagliata comunicazione, ma il ministero, che aveva 180 giorni per esprimersi, la deroga non l’ha mai concessa per ragioni che nessuno pubblicamente ha mai chiarito.
Negli ultimi anni, non solo a Pescia, abbiamo assistito a una sensibile riduzione dei parti, ma alcuni punti nascite, come ad esempio quelli degli ospedali del Mugello e della Garfagnana, pur potendo contare su un numero di parti annui molto inferiore rispetto a Pescia continuano a restare aperti. E non sono servite le proteste cittadine, le manifestazioni (come il corteo dell’aprile del 2024), le fiaccolate e le raccolte firme. Ma quello che desta il maggiore sconcerto in tutta la vicenda è la mancanza di interlocuzioni da parte della politica. «È chiaro che da parte della Regione Toscana non c’è il minimo interesse a parlarne – sottolinea la presidente del Comitato per la riapertura del punto nascite Lucia Guidi – dopo la consegna delle firme raccolte, abbiamo fatto molteplici richieste di incontri, ma non siamo mai stati convocati. I sindaci della Valdinievole si sono trincerati in un imbarazzato silenzio, lo stesso a livello regionale, tanto più che sotto elezioni non conviene sollevare argomenti scomodi. Il punto è che non ti scontri con la politica, ma con un apparato che tutto ha a cuore tranne che gli interessi della comunità, fino a quando tale apparato sopravvive nulla cambierà. A Pescia hanno tolto tutto, non solo il punto nascite».
Durante il consiglio comunale di Pescia del 13 marzo 2023, che si è svolto in seduta aperta, il consigliere regionale Marco Niccolai (Pd) aveva ribadito che da parte sua la Regione Toscana aveva fatto tutto quanto era in suo potere fare, ovvero presentare la richiesta di deroga al ministero della Salute secondo quanto prevede la normativa, ma la valutazione ultima è di Roma che può anche determinare la definitiva chiusura del punto nascite, opponendosi alla deroga richiesta dalla Regione. È successo questo? Se sì, sarebbe importante che qualcuno lo spiegasse ai cittadini. A distanza di più di due anni da quel consiglio l'unica risposta che riusciamo ad avere da Niccolai è «ad oggi non sappiamo niente». l