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Montecatini, l’architetto Ruggiero: «Tra Tamerici e Grocco gallerie d’arte e di alto artigianato» – L’intervista

di Simona Peselli

	L'architetto Oreste Ruggiero nel suo studio
L'architetto Oreste Ruggiero nel suo studio

I progetti per il futuro dei due stabilimenti termali in pineta. Intanto è stato scelto per disegnare il logo della Fondazione Leonardo da Vinci di Milano

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Montecatini Un’intervista per parlare anche di Terme Tamerici e Grocco con Oreste Ruggiero, architetto grande esperto di Leonardo da Vinci che sta investendo in città (prima l’ex cinema Adriano, ora il Palazzo Lavarini di fronte al Gambrinus) e che punta ai due stabilimenti in pineta che andranno all’asta.

Non so come rivolgermi a lei, se come architetto, artista, scrittore.

«Non sono un’eccezione, nel nostro Rinascimento che ci ha resi grandi questa pluralità d’interessi era una regola, anzi a me manca di praticare, come i personaggi dell’epoca, la musica, e mi piacerebbe davvero tanto, ma non ho il tempo e forse nemmeno le capacità».

Per l’immagine della Fondazione Leonardo da Vinci di Milano è stato scelto il logo da lei ideato.

«Non sono un grafico pubblicitario, ma hanno insistito affinché presentassi una bozza, per me stimolante perché rivolta anche ai giovani, e infine hanno scelto quella che è una rielaborazione dinamica dei nodi di Leonardo adattati alla forma dell’uovo della Pala di Brera di Piero della Francesca. Proprio quelle opere che sono state esposte per un periodo nelle vetrine dell’ex cinema Adriano di via San Martino».

È protagonista del rinnovato decoro della città proprio con il restauro dell’ex Adriano e quello in corso all’ex Palazzo Lavarini. Il futuro si chiama Tamerici e Grocco?

«Gli interventi sui due edifici che ha menzionato per ora si “limitano” agli improcrastinabili consolidamenti strutturali e al ripristino alle facciate, naturalmente col conseguente beneficio e decoro delle zone circostanti e della città, ma anche con la speranza di un rilancio della Montecatini termale affinché questi edifici possano esprimere le loro destinazioni anche commerciali come in passato; questo per consentire così il completamento di quanto, con molto impegno sotto ogni aspetto, ho intrapreso. Per le Tamerici preferirei attendere gli esiti della gara, ma l’intento è quello, confermando la destinazione in atto dal 1909 quale centro di attività artistiche e di intrattenimento culturale, collocandoci anche le mie opere. Ma questi saranno temi da affrontare con Comune, Regione, Soprintendenza».

E per le Terme Grocco?

«Per quanto riguarda il Grocco invece non ho formulato io direttamente la lettera d’intenti. Nello spirito di unirsi, per far ripartire e salvare dall’abbandono gli immobili che hanno fatto grande questa città, ho proposto a mia figlia, che rappresenta una società operante nell’interior design del settore nautico e hospitality di alto livello, che era da tempo in cerca di una nuova sede rispetto a quella dove esercita attualmente e avere vicino ai miei progetti quell’attività, di avanzare la proposta come in effetti ha fatto».

Il settore nautico è un’attività fra quelle considerate un’eccellenza del nostro Paese e in Toscana in particolare, con cantieri davvero prestigiosi e noti nel mondo. Sarebbe una novità per Montecatini Terme.

«Devo dirle che non lo è del tutto, lo showroom della società è da anni presente in città, ha ospitato qui a Montecatini personaggi importanti ed è stato allestito con particolare cura e passione anche all’esterno per la giusta immagine. Purtroppo quella che era una zona centrale nel tempo si è rivelata periferica e quello che veniva considerato il centro d’immagine cittadina si è ristretto progressivamente sempre di più e quel tipo di attività».

Quindi al Grocco si verrebbe a realizzare uno show room di artigianato di alto livello e di interior design. E lei collabora con la società rappresentata da sua figlia?

«Fino ad ora soltanto sporadicamente, sono impegnato su altri fronti, ma l’idea sarebbe di realizzare un asse d’arte e alto artigianato regionale, ma anche nazionale, che parta dall’ex Accademia Scalabrino, ora di Banca Centro Toscana-Umbria, fino alle Tamerici attraverso il Grocco. Un’asse trasversale a quello delle acque costituito da viale Verdi, ideato e voluto (quindi merita rispetto anche come testimonianza storica di un modello europeo) dal Granduca Leopoldo. Questa è stata la molla che ci ha spinti verso questo progetto di grande impegno. Del resto Galileo Chini, presente con le sue opere all’Accademia Scalabrino e alle Tamerici, non era artista e anche artigiano con i suoi preziosi vetri e ceramiche? Vede, il professor Scalabrino aveva capito la differenza fra bottega e accademia (quest’ultima luogo di scambi e contaminazioni culturali), così denominando appunto la sua creazione; una differenza sostanziale che nel tempo è stata dimenticata».

Il progetto di coniugare l’arte e l’alto artigianato come erano le cosiddette botteghe rinascimentali o accademie a cui lei ha fatto riferimento, e così definite, è davvero suggestiva; ma pensa siano possibili queste trasformazioni d’uso sia per le Tamerici che per il Grocco?

«È giusto pensare realisticamente, come lei fa, anche agli aspetti normativi e burocratici, anche se dopo tanti anni d’immersione forzata in quelle realtà, che è la piaga (direi una forma di controllo-dominio) dell’umanità e in particolare dell’Italia limitandone la creatività che dovrebbe essere la nostra risorsa, preferirei dedicarmi a temi più costruttivi, magari come le dicevo, e al di là dei risultati, alla musica che mi piace tanto. Per quanto riguarda la destinazione d’uso dei due immobili non c’è alcuna necessità di cambiamento: le Tamerici sono spazio espositivo e di cultura dal 1909 e il Grocco è classificato come ‘direzionale’ in quanto in passato destinato a centro diagnostico e studi medici. Pochi sanno che in un lontano passato, dal 1925 al 1940, fu destinato, quando Montecatini credeva in quelle attività complementari alle Terme, e si vedevano i risultati, a Palazzo di esposizione d’arte». l

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