Il Tirreno

Montecatini

L’assemblea pubblica

Ponte all’Abate, ristori a giugno e riapertura alle auto il 10 aprile

di Luca Signorini
Ponte all’Abate, ristori a giugno e riapertura alle auto il 10 aprile

Il Comune di Pescia cerca fondi per riasfaltare le vie di Veneri e Collodi

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Montecatini Alla fine le dimostrazioni di malcontento sono state piuttosto contenute, senza scandali o fischi. Il commerciante che ha perso 15mila euro d’incassi perché lì davanti non passa più nessuno e il residente che ha avuto 12mila euro di danni perché un camion gli ha sfondato il muretto di casa. Toni più alti per cose amene come bisticci di natura politica, quando Giacomo Melosi (Fratelli d’Italia) ha agitato un brogliaccio scritto e da firmare «per impegnare gli amministratori a reperire i fondi per la riasfaltatura delle strade rovinate». Colpo di teatro che ha suscitato l’approvazione di alcuni ma di contro l’indifferenza del resto della folla riunita lunedì sera a Collodi per discutere di quella storia sbagliata che è il Ponte all’Abate, dal 2020 a senso unico alternato, poi chiuso definitivamente lo scorso giugno (su un progetto del 2022 finanziato dalla Regione per quasi 1, 5 milioni di euro) e ancora non riaperto. Ovviamente, nessuno ha firmato.

Certezze poche comunque, canovacci molti. Per esempio che la riapertura è prevista ad ora il prossimo 10 aprile, come anticipato dal Tirreno a inizio anno appena uscita l’ordinanza di proroga della chiusura totale al traffico, che scadeva il 10 gennaio. «Novanta giorni di ritardo accumulato dovuti allo slittamento dell’avvio del cantiere dopo la fine dello scorso anno scolastico a giugno e per i lavori di rinforzo necessari alle pile del ponte – ha spiegato l’ingegnere della Provincia di Pistoia Tony Montillo – la ditta sta lavorando bene e rispettiamo il cronoprogramma fino al 10 aprile, sempre che non piova una settimana di seguito come nei giorni scorsi». Esclusa la riapertura anticipata a senso unico alternato come chiesto anche dal Comune di Pescia, «servirebbero dei lavori in più che farebbero allungare i tempi di conclusione del cantiere, non è conveniente», ha sottolineato il professionista.

Discussione proporzionata alla rilevanza della questione sul tema dei ristori alle 70 attività della “zona rossa” colpite dal calo di clienti e incassi visto il calo di auto e di passaggi tra Ponte all’Abate e Collodi. «Stiamo lavorando per accorciare i tempi, al 10 aprile deve esserci il testo di legge regionale già pronto per far partire l’iter di erogazione dei fondi – ha detto il vicesindaco Luca Tridente – abbiamo inviato i questionari alle 70 attività coinvolte, ne sono stati però consegnati in Comune solo 18, sollecito l’invio di quelli mancanti così potremo dare un dato oggettivo alla Regione che in questo modo potrà quantificare i soldi da stanziare». «Tra maggio e giugno penso che i ristori siano erogati – ha aggiunto il consigliere regionale del Pd, collodese, Marco Niccolai – in più, il 17 febbraio porterò in commissione regionale una proposta per fare in modo che la Regione solleciti lo Stato a introdurre dei meccanismi automatici di riduzione delle tasse nel corso di vicende come quella di Ponte all’Abate (il Comune ha potuto ridurre del 30% la parte variabile della Tari, ndr). Perché oggi i ristori vengono erogati in seguito alla fine dei lavori, invece servono aiuti durante il periodo dei disagi». Per la Confcommercio «è davvero necessario che i ristori siano pronti per gli immediati giorni successivi alla conclusione dei lavori, pur nella consapevolezza che in tutti questi mesi le abitudini dei consumatori sono cambiate per motivi di forza maggiore, e che difficilmente questa enorme ferita all’economia del territorio potrà essere rimarginata».

L’altro fronte che preoccupa i residenti: le strade comunali danneggiate dall’aumento del traffico deviato verso Veneri e Collodi per aggirare la chiusura della regionale Lucchese. L’elenco comprende via del Tiro a Segno, via di Confine, via delle Pari, via Vittori, via delle Molina e via discorrendo. «Ci stiamo prendendo delle responsabilità a tenerle aperte, perché sono in condizioni pessime – ha sottolineato il sindaco Riccardo Franchi – ci vorranno 5-600mila euro almeno per sistemarle. Abbiamo già chiesto le risorse compensative alla Regione». Tutto questo per un ponte chiuso che poteva essere abbattuto e ricostruito ex novo, se non fosse per il vincolo della Soprintendenza. Ma che c’azzecca.


 

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