Il Tirreno

Montecatini

Basket/serie B Nazionale

Ruvo abbatte l’airone 63-84. Sonora sconfitta per la Fabo Montecatini

di Lorenzo Carducci
Ruvo abbatte l’airone 63-84. Sonora sconfitta per la Fabo Montecatini

I pugliesi prendono subito il largo e poi possono controllare

3 MINUTI DI LETTURA





Lucca Dopo la bella vittoria di sabato a Roma, forse nemmeno il pessimista più convinto avrebbe immaginato un passo indietro del genere. E invece Ruvo di Puglia, fortissima ma appena a +2 in classifica, è sembrata fare uno sport diverso. Cioè canestro, contro una Fabo che ha superato i 60 punti in casa solo a partita ampiamente finita, incassando il secondo ko interno consecutivo e il quarto nelle ultime cinque partite, riscivolando al settimo posto dietro la Virtus Roma e a pari punti con Jesi vittoriosa con Roseto. Appena un accenno di reazione nel terzo quarto, valso il rientro dal -22 al -11, che però poi è rimasto isolato. Come se gli aironi, già alle prese con gli acciacchi di Natali, Chiera e Sgobba e con un coach Federico Barsotti febbricitante, non avessero trovato nemmeno le energie mentali.

I tanti errori al tiro di Ruvo nei primi due minuti non sono altro che un’illusione passeggera. Dopo il 4-0 tutto di Trapani, l’unico vantaggio di serata, gli Herons continuano a litigare col canestro mentre gli ospiti ci fanno subito pace e con un parziale di 23-7 si siedono comodi al comando della partita, in doppia cifra di vantaggio. Con le classiche prodezze di Jackson ma soprattutto l’impatto di Borra, che dall’alto dei suoi 215 centimetri produce per sé, per gli altri e chiude in vicoli ciechi gli attacchi di una Fabo sterile e confusa. Quando alle palle perse (10 nel primo tempo) e alle polveri bagnate gli aironi aggiungono le amnesie difensive, il punteggio comincia a recitare numeri proibitivi. Anche dopo il time out con cui Barsotti prova a fermare il 6-0 in avvio di secondo quarto, con la Crifo Wines a toccare più volte il +19 grazie anche all’ex Lorenzetti che si fa rimpiangere. Sembra che in campo ci siano due squadre distanti molto più di due punti: se le maglie bianche sono costrette agli straordinari solo per accorciare appena il divario, a quelle neroarancio basta un amen per riscappare via, come i due canestri del +20 di un Jackson da 16 punti in un tempo. Nella disperazione del -22 la Fabo trova un seme di speranza. Soprattutto con Arrigoni e Klyuchnyk, autore di 7 punti nell’11-0 del -11 che dà al PalaTagliate qualcosa a cui aggrapparsi. È però solo la prima parete di un Everest e questo gli uomini di Rajola non si dimenticano di puntualizzarlo. Prima tornano a +19 a fine terzo quarto e poi, sempre con Musso e Isotta, si avvicinano addirittura al trentello. L’ultima frazione è un garbage time lento e doloroso, con i canestri di Giannozzi come unico pregio.

Il passo fuori dalla crisi è stato solo momentaneo. Arriverà anche il mister X lituano, ma al netto della brutta prestazione al tiro, degli acciacchi, dei meriti e del talento degli avversari, a volte a questa squadra sembra mancare un’anima.

© RIPRODUZIONE RISERVATA


 

Primo piano
Medicina e storia

Quando Ubaldo Bonuccelli andò negli Usa per curare Muhammad Ali