Montecatini, a febbraio i controlli nel parco del Tettuccio dopo il cedimento del platano
Il monumentale giardino resterà chiuso almeno fino al mese di marzo
Montecatini Non sarà breve la chiusura del monumentale parco del Tettuccio, chiuso alla svelta dopo il cedimento del platano vicino al loggiato del Caffè Storico, episodio che si è verificato nella notte tra sabato e domenica di una settimana fa e che ha portato a due giorni di chiusura totale dello stabilimento simbolo della città, poi riaperto ma con divieto d’accesso al grande giardino e fettucce intorno all’albero, tra l’altro considerato sano, stramazzato al suolo sul vialetto in ghiaia.
La ditta specializzata dalla società Terme spa si prenderà il mese di febbraio (primo incontro lunedì) per verificare la stabilità delle alberature «con opportuni sopralluoghi e censimenti sullo stato delle piante, già analizzate ma con una rapida ricognizione visiva», ha detto ieri l’amministratore unico delle Terme Luca Quercioli, sentito dalla commissione Partecipate convocata dal suo presidente Edoardo Fanucci proprio in seguito al crollo dell’albero. «Siamo consapevoli di ridurre lo spazio dello stabilimento e di danneggiarne l’estetica con le fettuccine, ma non possiamo fare altrimenti – ha aggiunto – evidenzio comunque che costantemente c’è un’opera di controllo e di manutenzione degli ambienti».
«Raccomandiamo di rispettare i tempi e massima celerità al Tettuccio, anche perché si va verso la Pasqua e l’inizio della stagione termale. C’è rimasto solo il Tettuccio, dobbiamo cercare di salvaguardarlo con le unghie e con i denti», sono state le parole di Siliana Biagini (Partito democratico). Così Quercioli: «Sarà fatta analisi puntuale su tutti gli alberi. Mi piacerebbe poter dire che è prevista una piantumazione di nuove piante al posto di quelle eventualmente da abbattere, ma in tutta onestà non penso si possa procedere in tal senso, le risorse sono veramente contingentate e servono per garantire stipendi, consumi energetici e spese correnti. Posso dire che la nostra è una pianificazione di necessità per gli interventi tampone e urgenti in zone a rischio e a maggior frequentazione della clientela».
L’altro fronte riguarda la rinegoziazione del contratto di affitto di ramo d’azienda con la Croce Rossa, che gestisce Tettuccio e terme Redi fino al giugno 2026. I termini sono cambiati, in quanto l’associazione ha anticipato le spese (si parla di oltre 150mila euro) per alcuni interventi urgenti, per esempio alle Redi «la messa a norma degli impianti e la sistemazione della piscina, dove è stata rifatta la vasca per motivi di sicurezza – ha spiegato il direttore sanitario della Cri Pasquale Morano – inoltre abbiamo riaperto un nuovo corridoio che era chiuso dedicato al benessere. Le Redi vanno bene compatibilmente alla situazione generale, e noi vogliamo farle andare ancora meglio». Quanto al Tettuccio, Morano ha affermato che da qui a marzo verranno avviate le opere di rifacimento dei servizi igienici, altra criticità da risolvere come evidenziato anche da Alessandro Sartoni (Fratelli d’Italia).
Ancora Morano: «Adesso stiamo sistemando il pregresso relativo ai lavori che abbiamo anticipato, è bene sapere comunque che la nostra gestione non prevede la realizzazione di utili. C’è una stretta collaborazione e condivisione tra Terme e Croce Rossa, l’impegno di tutti è massimo per far funzionare al meglio le strutture che ci sono, naturalmente la sicurezza degli spazi è imprescindibile».
L’oretta di audizione si è chiusa con un nuovo appello di Fanucci per un progetto di mecenatismo a favore del Tettuccio, con il coinvolgimento dell’associazione Angeli del bello per convogliare risorse e sponsor. «Pensare che ci siano cavalieri bianchi che mettano somme per la messa in sicurezza, credo sia utopia – ha detto Quercioli – ci sono però strumenti, come l’Art Bonus (65% di detrazioni per somme liberali destinate al restauro del patrimonio pubblico, ndr), che sono utilizzabili all’interno delle Terme, che danno agevolazioni fiscali e di immagine. L’invito che rivolgo ai soci Comune e Regione è far leva su questo strumento per convogliare delle risorse per le sistemazioni. Ci vogliono la volontà e le persone che la eseguono». l