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Addio a Silvano Cinelli, il re del piumino

Roberto grazzini
Addio a Silvano Cinelli, il re del piumino

Borgo a Buggiano: si è spento all’età di 88 anni il creatore del mitico marchio “Ciesse”, simbolo dell’abbigliamento tecnico-sportivo italiano

03 aprile 2020
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BORGO A BUGGIANO. Addio a Silvano Cinelli, borghiano doc, scomparso ieri, giovedì 2 aprile, all’età di 88 anni. Se n’è andato uno dei capitani d’industria – come si usava chiamarli un tempo – del nostro territorio, il cui nome resterà perennemente legato alla sua creatura, il brand Ciesse Piumini, acronimo nato nell’ormai lontano 1976 in quel di Borgo Buggiano.

Il 1947 invece segna il battesimo del fuoco nel mondo del lavoro con Ignazio Komin, un ebreo ungherese che sapeva tutto della lana: in società con l’imprenditore pratese Romeo Canovai, nel 1946 aveva aperto uno stabilimento a Buggiano. Quindi fonda nel 1964 (il primo maggio) la “Cinelli piume e piumini”. Il logo era il ligrone, raro felino nato dall’incrocio tra un leone del Kenya ed una tigre del Bengala, che per Cinelli rappresentava la forza, l’autorevolezza, l’eleganza e la fame di curiosità insaziabile riunite in un unico corpo. Un animale che ha incarnato perfettamente l’anima della Ciesse Piumini, votata ai grandi spazi, alla natura e alla libertà, come colui che l’aveva creata e che in vecchiaia passerà almeno sei mesi l’anno a Cairns, nel suo eremo australiano.

L’imprenditore valdinievololino era infatti un grandissimo appassionato di podismo e ciclismo, discipline sportive peraltro anche da lui praticate. L’arma vincente del brand fu l’utilizzo della piuma d’oca nella realizzazione di capi altamente tecnici per lo sci e l’alpinismo, la scelta della qualità dei prodotti, di prima scelta, ed il rischio, o meglio, la scommessa vincente di puntare su materiali allora di avanguardia, come il tessuto dalle alte capacità impermeabili e traspiranti qual era il Gore-Tex. La qualità e l’affidabilità valsero alla Ciesse di essere scelta come sponsor ufficiale della prima spedizione italiana in Antartide e di quella sull’Himalaya. Le sue “divise” fanno bella mostra tra gli equipaggi di piloti di moto, di auto da corsa e di Rally, quali la storica gara Parigi-Dakar del 1986, dove a sfoggiare il marchio borghigiano furono la principessa Carolina di Monaco ed il marito Stefano Casiraghi.

Cinelli esalta lo stile italiano anche nel quotidiano urbano, fino a far diventare il marchio una vera e propria icona dei teenager degli anni ’80 e’90, tanto da essere utilizzato in “Vacanze di Natale”, cult movie di allora.

Nel 1993 fu costretto a cedere il marchio alla Fila, ma, dopo tempi difficili, ci fu la rinascita, grazie alla Cinelli Studio, gestita dal figlio Nicola, e l’avvicinamento all’abbigliamento da donna e a griffe quali Armani, Prada, Max Mara e Marella.

Per festeggiare i mezzo secolo di attività, nel 2014, portò i suoi 50 dipendenti in vacanza in Tunisia, per ringraziarli di aver contribuito al buon andamento dell’azienda.

Lo piangono la moglie Laura, il fratello Rolando, la sorella Maria Luisa e i figli Nicola e Francesca. –

 

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