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Caos a Montecatini, svincolo bloccato, Babbo Natale in tilt

Caos a Montecatini, svincolo bloccato, Babbo Natale in tilt

Una domenica ad alta tensione nella città termale: nel pomeriggio traffico paralizzato e alla kermesse natalizia proteste e parapiglia per le attese di ore al freddo di centinaia di famiglie

07 dicembre 2014
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MONTECATINI. Seconda giornata di caos a Montecatini. Il grande afflusso di visitatori ha provocato grandi problemi di viabilità, con lo svincolo autostradale e la viabilità cittadina che non è riuscita ad assorbire la grande quantità di traffico in arrivo dalla Firenze-Mare. Le auto provenienti dall'autostrada sono state dirottate verso la zona sud, anziché verso il centro, per raggiungerei parcheggi ancora disponibili.

I maggiori disagi si sono però verificati davanti alla casa di Babbo Natale, alle Tamerici. E, fin dalla prima mattina, davanti al Tettuccio, dove si vendono i biglietti. Alle Tamerici i visitatori si sono accalcati per entrare, ma le code si sono ingrossate, con grande disagio per le famiglie costrette ad attendere per ore al freddo. Inutilmente, in molti hanno chiesto il rimborso del biglietto già acquistato e si sono verificati numerosi alterchi, tanto che sul posto sono interevnuti i carabinieri.

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Per cercare di acquietare gli animi, l'organizzazione ha deciso di prolungare a più riprese l'orario, tanto che nel tardo pomeriggio è stato annunciata l'apertura senza limite degli stand. A chi, comunque, si era stufato per la lunga attesa e non intendeva rimanere ancora in fila, è stato proposto di tornare già domattina, con l'apertura anticipata di un'ora, dalle 9 alle 8.

A raccontare la giornata di "passione" per le famiglie venute allegramente in gita a Montecatini per fare sedere i propri figli sulle ginocchia di Babbo Natale, uno fra tanti (si stimano 30mila visitatori nel week end lungo dell'Immacolata) è Jhon Franco, arrivato da Cassino, in provincia di Frosinone (moltissimi i turisti provenienti dal Lazio e dal centro Italia), con moglie e tre figli piccoli. "Già in mattinata - dice - ci siamo messi in coda alla biglietteria davanti al Tettuccio. Siamo arrivati alle 10,30 e c'è voluto almeno un'ora e mezza. Ci hanno detto che, proprio in previsione del grande afflusso, i biglietti erano temporizzati. Così, una volta sborsati i nostri 37 euro (8 euro a testa per gli audlti 7 per i bambini), ci hanno consigliato di presentarci alle 17 alla Casa di Babbo Natale, nel parco termale. Noi siamo arrivati un po' prima e la coda era già lunghissima. Ora, dopo quasi due ore, non si capisce ancora quando potremo entrare. Fa freddo e i bambini sono stanchi e nervosi. Un'organizzazione così proprio non ce l'aspettavamo". All'improvviso si alzano i cori "vergogna, vergogna" rivolti agli organizzatori. Anche la titolare, Camilla Carnesecch, si affaccia per spiegare che i rimborsi non sono previsti. Urla, spintoni e qualcuno chiama le forze dell'ordine. I carabinieri intervengono per acquietare gli animi e prevenire incidenti.

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"Il problema - spiega Andrea Spadoni, che svolge il ruolo di addetto stampa per gli organizzatori - è che tutta questa marea di gente alla fine si trova in una specie di collo di bottiglia. Il fatto è che tutti, ovviamente, vogliono un saluto da Babbo Natale, e scattare la foto dei loro figli accanto a lui. E Babbo Natale è uno solo... Nelle altre attrazioni sparse ai margini della pineta,invece, le attese sono minori. L'organizzazione comunque ha deciso di prorogare l'orario di apertura serale prima alle 22, poi anche oltre. Mentre a chi ha deciso di rinunciare è stato suggerito di tornare domattina (lunedì 8 dicembre) con l'apertura della Casa che sarà anticipata alle 8, proprio per cercare di accontentare anche chi non ce l'ha fatta stasera ad entrare".

Spiegazioni che non hanno però convinto tutti. Irene, arrivata da Firenze, insiste: "C'è gente che ha buttato giù le transenne per la troppa attesa. Il problema è che hanno continuato  avendere i biglietti anche quando era ormai chiaro che non sarebbe stato possibile far entrare tutti. E quando  la gente ha cominciato a chiedere almeno il rimborso, è stato riposto che non era possibile. E per questo ci siamo sentiti presi in giro".

 

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