Massa, sono 90 le aree da espropriare per realizzare la Variante Aurelia: i nomi dei proprietari interessati
Individuati da Anas i terreni di privati, imprese ed enti pubblici. Il comitato tira dritto con il ricorso. In fondo all’articolo il pdf con nomi e dettaglio delle particelle
MASSA. Per la variante Aurelia a Massa sono stati individuati i terreni da espropriare. Anas, l’ente che realizzerà l’infrastruttura, ha pubblicato l’atto necessario all’individuazione delle aree su cui passerà questa nuova strada di collegamento tra la zona della stazione di Massa e la statale Aurelia all’altezza dell’ospedale del Cuore.
E i terreni individuati sono diversi: negli atti pubblicati nel sito del Comune sono elencati ben novanta immobili, di proprietà sia di cittadini privati quanto di enti pubblici: dal Comune alla Provincia, passando dal Demanio, la Rete Ferroviaria Italiana fino alla fondazione Monasterio. Si tratta di una comunicazione ufficiale con cui si informa i proprietari che i loro terreni sono vincolati ad un interesse pubblico, e che quindi potrebbero essere soggetti a esproprio.
In parole semplici, significa che lo Stato si prepara a entrare in possesso di quelle aree, ritenute indispensabili per realizzare l’opera. L’elenco è lungo, e comprende oltre novanta soggetti, tra privati cittadini, società, e enti pubblici. Si va da singoli cittadini a famiglie con quote ereditarie, da imprese immobiliari a enti religiosi, fino ad arrivare a soggetti istituzionali come il Comune di Massa, la Provincia, la Rete Ferroviaria Italiana, il Demanio dello Stato, la fondazione Monasterio. Alcuni sono piccoli appezzamenti coltivati, con vigne, ulivi, frutteti o aree boscate.
Altri sono porzioni di terreno incolto o aree urbane inutilizzate. In certi casi si tratta di porzioni di terra già all’interno del tessuto cittadino, altri sono invece ai margini del centro urbano, tra strade secondarie e campi. L’esproprio, in ogni caso, è ancora al di là da venire. Come fa sapere il deputato della Lega Andrea Barabotti, che in questi mesi ha seguito da vicino la pratica della variante Aurelia, «il vincolo segnala che quell’area è stata individuata come potenzialmente necessaria per realizzare l’opera. Ma questo non comporta un’espropriazione automatica né una perdita immediata del diritto di proprietà», tiene a precisare il deputato. «La legge tutela il diritto di proprietà e prevede che, in caso di esproprio, venga riconosciuto un equo indennizzo, proporzionato al valore reale del bene e all’eventuale perdita dell’attività economica svolta». In tal senso, come specifica Anas, i cittadini (o gli enti) interessati dalla procedura hanno trenta giorni di tempo per prendere visione della documentazione e presentare eventuali osservazioni. Nel mentre, l’iter della variante prosegue. «L’atto immediatamente successivo – continua Barabotti – sarà l’istanza di Anas per la convocazione della conferenza dei servizi. La valutazione di impatto ambientale ha dimostrato che l’infrastruttura che andremo a realizzare migliorerà la sicurezza stradale e la viabilità, diminuendo le emissioni e l’impatto acustico. Nonostante queste rassicurazioni tecniche, il progresso infrastrutturale del nostro territorio andrà di pari passo con la tutela delle legittime aspettative di tutti i cittadini. Dopo anni di attesa – conclude il deputato – stiamo procedendo nell’iter che porterà alla realizzazione della variante».
Del resto la variante Aurelia è un’opera imponente, dal valore complessivo di 43 milioni di euro. Questa inizierà dalla rotonda di via Pellegrini nei pressi della casa penitenziaria di Massa, per poi proseguire lungo i binari ferroviari in direzione Versilia. Arrivati grossomodo all’altezza dell’ex mercato ortofrutticolo delle Jare, il tracciato salirà in direzione Ospedale del Cuore, dove la strada si innesterà nella statale Aurelia. Sarà, appunto, una “variante” all’Aurelia, in grado così di dirottare il traffico specialmente quello camionabile dal centro cittadino di Massa e in particolare dall’abitato di Turano.
La nuova strada prevederà poi una serie di opere pubbliche ad essa collegate, in particolare delle rotatorie: davanti all’Opa, in prossimità del mercato delle Jare, e poi in via Bagaglione. Per dare un’idea, complessivamente il tracciato sarà lungo circa 1,5 km, con un asse viario a due corsie e largo circa 10 metri. Tuttavia l’opera è rimasta per anni solo sulla carta. Basti pensare che già 20 anni fa era prevista un’altra tipologia di variante Aurelia, poi scartata per i costi insostenibili. Poi, nel 2018, questa infrastruttura è stata ripresa in mano e ora si appresta ad entrare nel vivo. L’opera in questi anni non è stata esente da critiche. Tant’è che esiste da anni il Comitato No Variante, che fa leva sulle conseguenze ambientali, economiche e persino di sicurezza di quest’opera pubblica. Al punto che, facevano sapere ieri pomeriggio, oggi presenteranno un ricorso al Tar, nello specifico per impugnare la valutazione di impatto ambientale dell’opera.