Il Tirreno

L'aggressione

Massa, minaccia infermieri e medici: «Adesso vi spacco la testa»

Massa, minaccia infermieri e medici: «Adesso vi spacco la testa»<br type="_moz" />

Una paziente si spaventa e sviene. Fp Cgil: «Inaccettabile»

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Massa È arrivato al pronto soccorso in stato di alterazione e poco dopo ha dato in escandescenze. Ha iniziato a lanciare oggetti, a prendere a calci le porte e, soprattutto, a minacciare tutti, medici, infermieri, oss: «Vi do un testata», diceva. «Adesso vi spacco la testa». Un episodio accaduto nella notte tra venerdì e sabato, ad appena dieci giorni di distanza dal precedente caso, quando un cinquantenne ha dato uno schiaffo a un’infermiera ed è stato arrestato dai carabinieri.

Nel mirino sempre il personale del pronto soccorso, dove, stando alle statistiche di Asl, si verificano i maggiori casi di aggressioni. Casi che sono aumentati in provincia.

I dati

Nel 2023 sono arrivate all’azienda 63 segnalazioni. Che includono tutto: aggressioni fisiche, verbali, anche solo litigi o danni alle macchine. Nel 2024 sono state 115, quindi quasi il 73% in più. Le principali strutture coinvolte sono, appunto, il pronto soccorso (34%), le aree di degenza (24%) e servizio psichiatrico di diagnosi e cura (9%). Il 73% proviene da femmine e il rimanente 27% da uomini. L’89% è di tipo verbale e il restante 11% è di tipo fisico. Le principali professioni coinvolte sono quelle di linea con il 50% da infermiere/i, il 21% da medici e il 14% da oss.

Sos dei sindacati

La Fp Cgil torna a lanciare un appello. «Avevamo sollecitato incontri per definire soluzioni alle continue aggressioni, che gli operatori in sanità subiscono – dice il segretario generale, Alessio Menconi -. Apprendiamo favorevolmente che il 19 maggio (domani per chi legge, ndr) ci sarà incontro in prefettura per definire un protocollo per contrastare le aggressioni al personale sanitario. Un protocollo già operativo presso le province di Livorno e Pisa. La situazione necessita risposte urgenti. È necessario che si capisca la gravità di quanto il personale subisce quotidianamente». Questi atteggiamenti aggressivi verso il personale, secondo Menconi, «seminano anche il panico tra i cittadini che, loro malgrado, subiscono con paura». Una donna, infatti, l’altra notte, sarebbe svenuta dallo spavento. «Noi chiediamo soluzioni urgenti – continua Menconi – È necessario che tutti i servizi vengano messi in sicurezza. Le lavoratrici e i lavoratori garantiscono i servizi con grosse difficoltà (carenza di personale, prolungando l’orario di lavoro, saltando riposi, ferie) tutto con senso di dedizione, di appartenenza, professionalità e qualità le risposte ai bisogni dei cittadini». Il rischio di aggressione fisica e verbale cui sono stati sottoposti gli operatori sanitari, è secondo la Fp Cgil, «qualcosa di intollerabile che denunciamo con forza».

Le richieste

Secondo il sindacato «la presenza fissa di forze dell’ordine all’interno del pronto soccorso h24 è ormai diventata un’esigenza primaria». Il posto fisso di polizia al Noa, infatti, c’è ma non è attivo tutto il giorno. Fp Cgil chiede «come esigenza primaria: un protocollo di intervento rapido; un numero di personale oss, infermieristico e medico maggiore rispetto a quello attualmente in servizio», dal momento che «il numero di personale non è adeguato agli accessi del pronto soccorso». E ancora: «formazione del personale; ampliamenti delle attività territoriali, considerando che il cittadino in mancanza di risposte adeguate da parte del territorio».

L’incontro in prefettura

La prefettura aveva già convocato per domani il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Al centro dell’incontro ci sarà la proposta di un protocollo operativo condiviso, elaborato insieme all’Azienda Usl Toscana Nord Ovest, che mira a contrastare in maniera concreta gli atti di violenza nei confronti di medici, infermieri e operatori sanitari e socio-sanitari. Il documento – che, in caso di parere favorevole del Comitato, sarà sottoscritto nella stessa giornata dal prefetto Guido Aprea e dal direttore generale dell’Asl – punta a strutturare un sistema di intervento rapido e coordinato nei casi di aggressione, promuovendo anche una rete stabile tra strutture sanitarie, forze dell’ordine e istituzioni locali. Il modello è lo stesso già adottato in altre province toscane, come Livorno, dove il protocollo prevede misure di prevenzione, formazione del personale alla gestione delle situazioni a rischio, e interventi di supporto per le vittime. A Massa Carrara potrebbe essere esteso anche a presidi più periferici, con l’obiettivo di rafforzare la presenza delle forze dell’ordine e attivare canali diretti di comunicazione tra ospedali e centrali operative. l

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