Il Tirreno

Massa, anche la fibromialgia al centro della giornata di visite gratuite

Massa, anche la fibromialgia al centro della giornata di visite gratuite<br type="_moz" />

L’approvazione di Giusy Fabio, vicepresidente nazionale dell’Associazione Aisf

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Massa La vice presidente nazionale Aisf (Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica) Odv Giusy Fabio interviene a sostegno della prossima giornata di prevenzione e visite gratuite reumatologiche e fibromialgiche, in programma sabato 15 marzo dai Fratelli delle Scuole Cristiane a Massa. L’evento si inserisce nel progetto del Giubileo 2025 che è attuato dalla Fondazione Opera Pia San Filippo Neri a Massa nei locali appositamente attrezzati della Scuola San Filippo Neri, appunto i Fratelli Cristiani. Da dire che è già esaurito il numero previsto di visite che saranno effettuate dalla nota reumatologa dott. Laura Bazzichi uno dei numeri uno in Italia della Reumatologia e della Fibromialgia e membro del Consiglio direttivo di Aisf Odv in vista.

«Innanzitutto è bene dire - afferma Giusy Fabio - che la fibromialgia o sindrome fibromialgica, è una delle cause più comuni di dolore muscoloscheletrico diffuso. Si accompagna anche ad affaticamento (astenia), disturbi del sonno e alterazioni cognitive, e colpisce approssimativamente 2,5 - 3 milioni di italiani. Sebbene possa assomigliare ad una patologia articolare, non si tratta di artrite e non causa deformità delle strutture articolari. Questa condizione viene definita “sindrome” poiché, a parte la sintomatologia dolorosa che è preponderante, esistono più segni e sintomi clinici che sono contemporaneamente presenti. Nonostante questo - aggiunge - la fibromialgia non è riconosciuta dal Servizio Sanitario Nazionale nei Lea cioè nei livelli di essenziali di assistenza che comportano, come è noto le visite ed i farmaci dispensati in modo gratuito. In Italia- continua la vice presidente nazionale - è nata Aisf Odv ( Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica) che ha come obiettivo assistere e indirizzare i pazienti che si rivolgono a noi per consigli sul difficile percorso della diagnosi e del trattamento della Sindrome; e ancora, sviluppare e rendere esecutivi programmi dedicati al miglioramento della qualità di vita dei pazienti affetti da Sindrome Fibromialgica; rendere nota l’esistenza della Sindrome Fibromialgica, ancora oggi non sufficientemente conosciuta presso la Comunità Scientifica e gli Enti Pubblici; ottenere il riconoscimento di tale Sindrome e la possibilità di disporre di terapie farmacologiche tramite il Servizio Sanitario Nazionale».

Prosegue Giusy Fabio: «Nel 2016 in occasione di un sit-in davanti Montecitorio, c’è stata la presa in carico del problema, in maniera trasversale, da tutte le forze politiche di allora; si è avviato un percorso complicato, lento, interrotto, che per certi versi dà la speranza che non si è mai spenta, quella di vedere i diritti alla cura e salute dei pazienti fibromialgici, garantiti e tutelati».

Ad oggi, pertanto, «Il percorso tecnico ha portato la Commissione Lea, che si è riunita nel 2020, a dare parere favorevole a inserire la fibromialgia nel prossimo aggiornamento che però risulta ancora bloccato sebbene sia stata raggiunta l’intesa sul Decreto Tariffe e i Lea del 2017 da fine dicembre scorso risultano attuati. Il parere favorevole, quindi, vedrebbe la fibromialgia inserita nei Lea, seppur con delle limitazioni, ovvero i criteri di severità della malattia, criteri richiesti dall’Istituto Superiore di Sanità e definiti attraverso uno studio multicentrico realizzato dalla Sir (Società Italiana di Reumatologia). L’esenzione pertanto sarà data solo ai pazienti che manifesteranno una severità grave della malattia, riconosciuta da uno specialista. Questi vincoli e limitazioni che evidenziano disuguaglianza e difformità tra i pazienti, nascono a causa della numerosità di casi, che non potrà essere sostenuta da un punto di vista economico».

Aisf scendendo in campo con le altre associazioni, con le società scientifiche, con i sindacati, ha chiesto in maniera forte e chiara risposte concrete per i pazienti fibromialgici, ovvero il riconoscimento della malattia come cronica e invalidante attraverso una Legge specifica. «Inserire la fibromialgia in un calderone di patologie reumatiche ben codificate, riconosciute e trattate, senza un inserimento nei Lea della patologia, senza un riconoscimento nel Piano di Cronicità, significa non aver fatto nulla. La nostra battaglia continua. La lotta di Aisf è la mia lotta, quella di una paziente che ha impiegato 7 anni per avere una diagnosi».l

R.M.

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