Bagno Marino, ricorso respinto: è definitivo lo stop alla concessione
Carrara, sconfitto in Consiglio di Stato il titolare. Decisive le morosità di due annualità
CARRARA. Il Consiglio di Stato ha messo la parola fine al caso del Bagno Marino: respinto in via definitiva il ricorso del titolare Brunello Menconi (avvocati Cristina Pozzi e Stefania Frandi), ricorso contro il Comune di Carrara (avvocato Sonia Fantoni) e Agenzia del Demanio (Avvocatura generale dello Stato); l’obiettivo era la riforma della sentenza del Tar del 2023.
Si ricorda che Brunello Menconi è ormai ex concessionario di una porzione del demanio marittimo della superficie di 5.363 metri quadrati sotto l’insegna bagno Marino. Il rapporto si interrompeva per decadenza in quanto non risultavano «versati i canoni demaniali relativi agli anni 2017 e 2019 oltre agli interessi di mora derivanti dal mancato pagamento nei termini sopra evidenziati riferiti agli anni 2016 e 2020».
Già il Tar aveva escluso che la concessione potesse giovarsi della proroga legale al 31 dicembre 2033, per la quale il ricorrente aveva presentato un’apposita istanza, e nell’ambito del cui procedimento era emersa la situazione di morosità, relativa «agli anni 2016-2017-2019-2020», che aveva infine condotto al provvedimento di cessazione del rapporto.
Si fa notare che parte della morosità è stata poi sanata, ma in ogni caso, il Tar considerava legittimi gli atti del Comune. Nel ricorso, i legali di Menconi fra l’altro criticano il fatto che sia stato considerato grave e idoneo a fondare la decadenza il mancato versamento delle sole annualità 2017 e 2019, «per un totale di poco più di 10.000 euro di debito erariale», «benché tutte le restanti obbligazioni inerenti alla concessione fossero sempre state regolarmente adempiute, a partire dal 1993, epoca di avvio della concessione; ed inoltre senza considerare che la morosità contestata è stata sollecitamente sanata». In alternativa, si chiedeva un indennizzo per gli investimenti sostenuti.
Ma, sottolineano i giudici di secondo grado, tutte le censure sono infondate. Legittimo quindi il fatto che l’amministrazione comunale abbia voluto far decadere la concessione dopo avere accertato la situazione di morosità del concessionario. Si ricorda che della parziale sanatoria era stato dato atto nella motivazione del provvedimento impugnato, perché a fondamento della determinazione conclusiva di decadenza si scriveva che «allo stato attuale, risulta comunque una posizione debitoria con riferimento al regolare versamento dei canoni demaniali marittimi per gli anni 2017 e 2019 oltre agli interessi di mora derivanti dal mancato pagamento nei termini sopra evidenziati riferiti agli anni 2016 e 2020»; e che «in ogni caso il versamento del canone demaniale sarebbe comunque da considerarsi tardivo». Appello respinto, spese compensate. L’area torna al Comune, vedremo se ci saranno i tempi per dare in concessione il bagno o se anche per questa stagione resterà come spiaggia libera.