Da Carrara al teatro di New York
Uno spettacolo della professoressa e filosofa Chiara Bottici e Matteo Procuranti
Carrara Da Carrara a New York, un’esperienza prestigiosa quella di Matteo Procuranti, per recitare in teatro (e che teatro...) in uno spettacolo scritto insieme alla professoressa Chiara Bottici, anch’essa carrarina, ordinaria di Filosofia alla prestigiosa New School for Social Research di New York, dove co-dirige il “Gender and Sexualities Studies Institute”. Tra i suoi libri, tradotti in molte lingue: “Mitologia femminista” (Castelvecchi 2022), “Manifesto anarca-femminista” (Laterza 2022) e “Nessuna sottomissione“. Lo spettacolo, “The art of change opera", come spiegano gli autori, nasce dal desiderio di ripensare l’opera musicale attraverso gli strumenti ed i bisogni della contemporaneità. A questo scopo, racconta Procuranti, «abbiamo pensato ad un'unione di teatro, filosofia, musica e immagini al fine di creare una nuova espressione artistica resa possibile anche dall’utilizzo di un software, creato e sviluppato dal musicista francese Jean-Baptiste Barrière, che cattura il suono della voce e lo trasforma in una partitura musicale sulla quale la flautista Camilla Hoitengaimprovvisa». E così, «Nello storico auditorium della New School di New York, nella Dodicesima Strada, dove Martin Luther King tenne le sue conferenze sulla crisi razziale e dove teneva le sue lezioni Hannah Arendt, un luogo definito come una delle dieci stanze più importanti del mondo, e accanto ad un altro storico luogo, la stanza che il pittore messicano Orozco riempì di immagini della rivoluzione, ci siamo chiesti: dov'è finita la rivoluzione? Come è possibile il cambiamento in un’epoca in cui tutto deve essere prodotto “Just-in-time”? Come potremmo reimmaginare la rivoluzione, se quelle voci (di donne, di corpi razzializzati e di sottoproletariato economico) che sono state storicamente marginalizzate, in alcuni casi persino nella teoria rivoluzionaria, ricevessero un ruolo centrale nel processo di ridefinizione di cosa possa essere “rivoluzionario” oggi?». Nel libretto scritto da Chiara Bottici e Matteo Procuranti si racconta di come siamo arrivati al punto in cui siamo, «in cui l’idea stessa di rivoluzione che era stata elaborata da alcuni intellettuali europei sia stata ormai inevitabilmente risucchiata, al punto da poterne essere compromessa, dalla formazione culturale razziale e patriarcale che il capitalismo contemporaneo propone ed impone». Nello spettacolo, Chiara Bottici è anche voce narrante, Matteo Procuranti anche attore (interpreta il rivoluzionari) e regista. Rigorosamente in inglese-americano.l