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L’operazione

Carrara, scoperta officina abusiva: ora rischiano tutti i clienti, ecco perché


	L'officina chiusa e l'intervento dei carabinieri
L'officina chiusa e l'intervento dei carabinieri

Revisioni e riparazioni venivano pagate solo in contanti, senza ricevute

28 marzo 2024
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CARRARA. In quella officina, a Marina di Carrara (in viale Galieli), si poteva pagare solo in contanti. Bancomat, carte di credito non erano ammesse. E non esistevano ricevute fiscali. Una situazione anomala che ha fatto partire alcune segnalazioni. Poco dopo metà marzo 2024 i carabinieri dell’ispettorato del Lavoro di Massa-Carrara, in collaborazione con l’Ispettorato del lavoro, sede di Carrara, coordinati funzionalmente dalla direttrice dell’ITL di Lucca – Massa Carrara , Anna Maria Venezia ,hanno fatto un controllo nell’officina oggetto delle tante segnalazioni. Oltre all’obbligo dei pagamenti in contanti veniva ravvisata un’altra anomalia: era impossibile ottenere alcuna ricevuta documentale degli interventi effettuati alle vetture anche ai fini fiscali.

I controlli
Alla luce delle segnalazioni di alcuni ex clienti dell’officina veniva quindi svolto servizio di osservazione e all’interno dell’officina venivano notati due meccanici, ognuno impegnato a effettuare interventi al motore di due autovetture. Avendo conferma dell’attività di autoriparazione in essere, si procedeva al controllo dei due meccanici e veniva richiesta la documentazione attestante la regolarità di tale attività commerciale. Dai primi accertamenti svolti, è emerso che l’attività di autoriparazione era abusiva in quanto non era stata costituita alcuna impresa e non era stato formalizzato alcun adempimento riguardante i contratti di lavoro del dipendente, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, in materia di gestione dei rifiuti derivanti da lavorazioni meccaniche. L’attività risultava comunque fiorente in quanto nell’area antistante l’officina vi erano diverse auto parcheggiate in attesta di intervento e, durante il controllo venivano notati diversi automobilisti avvicinare il responsabile dell’officina che sbrigativamente li congedava.

Il sequestro
Di fronte alla totale inosservanza di regole e il contesto in cui si trovava l’officina, ovvero all’interno di altra attività dedita alla distribuzione di carburanti e a un deposito temporaneo di bombole gpl, i carabinieri hanno proceduto al sequestro preventivo d’iniziativa ai sensi art. 321 cpp per la successiva convalida da parte del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Massa. Si procedeva alle immediate contestazioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro riguardanti la mancata valutazione dei Rischi, la mancata individuazione delle misure preventive e di protezione dei lavoratori, la mancata individuazione delle procedure e dei ruoli per la sicurezza all’interno dell’impresa, il mancato rispetto degli adempimenti relativi a formazione e verifica dell’idoneità sanitaria del lavoratore che prevedono ammende sino a 31.892 euro e venivano rilevate violazioni amministrative relative all’impiego irregolare del lavoratore che prevedono sanzioni per 3900 euro. Al termine delle valutazioni, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Massa ha convalidato il sequestro preventivo e disponeva l’apposizione dei sigilli ai locali destinati all’attività di autoriparazione. Al termine di questa prima attività, verranno svolti approfondimenti nei confronti del responsabile dell’attività e della clientela.  Secondo quanto stabilisce, infatti, la normativa 122 del 1992 riguardante l’attività di autoriparazione che prevede sanzioni amministrative sia per il gestore sia per i proprietari di veicoli che si rivolgono ad autofficine non autorizzate. Verranno quindi anche attenzionati gli aspetti fiscali e della gestione dei rifiuti debitamente rappresentati agli organi competenti. Si sottolinea che la responsabilità penale dei soggetti coinvolti nella vicenda sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza irrevocabile o per estinzione del reato connesso agli adempimenti posti in essere dagli indagati a seguito delle prescrizioni e al pagamento di un quarto dell’ammenda prevista.

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