Padre indagato per violenza sul figlio: «Il bambino può testimoniare»
Carrara, incidente probatorio per capire se il minore può fornire la sua versione
CARRARA. È ora di cena, è seduto al tavolo con mamma. E racconta. Riferisce – così ricostruiscono gli inquirenti durante le indagini – di atteggiamenti strani di papà, di contatti che tra un padre e un figlio non dovrebbero esistere.
È la madre del bimbo, dopo quei racconti, dopo quelle ricostruzioni del piccolo, a rivolgersi alle forze dell’ordine e a sporgere denuncia contro l’uomo. Si aprono le indagini e l’accusa per il babbo del bambino è pesantissima: violenza.
L’inchiesta è ancora in corso e di fronte al giudice per le indagini Dario Berrino si è svolto l’incidente probatorio, una sorta di parentesi – per semplificare – durante la quale le eventuali prove si cristallizzano come accadrebbe in dibattimento, durante la fase processuale. L’incidente probatorio è stato necessario perché una psicologa infantile potesse verificare se il minore è in grado, qualora si arrivasse al rinvio a giudizio, di testimoniare, di comprendere la realtà e di formarsi un giudizio su fatti e persone.
E la psicologa, dopo una serie di verifiche e accertamenti, ha valutato che il bambino, nonostante sia – anche per l’età – suggestionabile, è in grado di testimoniare. L’indagine sul padre (assistito dall’avvocato Giuseppe Del Papa) ad ora non è conclusa. E ancora, dunque, non sono state formulate né richieste di archiviazione né di rinvio a giudizio.
Una inchiesta delicatissima, dunque, e un’accusa molto pesante, quella di violenza su minore, nei confronti del padre del bambino.
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